Quattro minuti, quasi cinque. Tanti sono quelli della durata del video girato da Tuttoggi.info alla affollatissima cena organizzata con il cast di Don Matteo 10, e nei quali vengono immortalati a futura memoria alcuni scatenatissimi fans della popolarissima fiction di Rai Uno, mentre cantano e ballano su musica e parole ideate da Silvestro Proietti da Arrone dal titolo, Evviva Don Matteo.
Già dal titolo non è che ti puoi aspettare un pezzo per oboe, controfagotto ed arpa celtica. Ma la vera sorpresa è come in 4 minuti una comunità si trasforma nella Città Ideale, una Utopia alla Tommaso Moro ma anche una perfetta Pincano, quella che dette i natali a Sor Clemente e a Gerza, la contessa sua moglie.
Settecento persone attovagliate in un ristorante per godere della possibilità di desinare nello stesso luogo in cui sono presenti anche i loro beniamini televisivi. Ospiti provenienti da ogni dove, ma sopratutto spoletini e umbri attratti irresistibilmente dall’enorme successo della fiction in questione.
Ma bastano quattro minuti, quasi cinque, per ottenere la magia. Quel tocco in più per cui la serata si trasforma in qualcosa che non era in programma, dove la spontaneità del momento apre la possibilità al verificarsi di qualunque impensabile sviluppo.
Come nella piazza del paese il giorno della sagra, sul palco le autorità attorniano il cantante del momento, Silvestro Proietti, che sornione come un gatto (nomen omen) e con una capigliatura insolitamente color bruno noce, mima in un playback alla “buttamola a caciara” la hit del momento.
Qualcuno accompagna le preziose note sventolando un tovagliolo, gridando a tratti qualcosa di indecifrabile, non si sa se per richiamare l’attenzione di qualche sanitario presente al fine di un celere trasporto al pronto soccorso. Altri insensibili al grido di dolore, ormai sbottonati e ingombri di inquietanti crepes alle creme e liquidi dall’effetto euforizzante, aizzano i convitati sul palco a mossette di danza e musetti sorridenti per l’enorme piacere di cantare la giaculatoria in onore del divino Don. A metà tra rito sacrificale e provino per la riduzione cinematografica delle famose Disavventure del Sor Clemente del compianto Alberto Talegalli, i 4 minuti, quasi cinque, che segnano la storia di Spoleto scorrono inesorabilmente.
Secondo un copione ormai noto, di tutti i presenti, cantautore incluso, non ce n’è uno che vada a tempo con la musica, trasformando così la scenetta in qualcosa di simile ad un una opera postmoderna o a un video dei Kraftwerk. Nessuno sa tutte le parole del testo percui l’unica cosa nota e sicura da gridare a squarciagola è “Don Matteoooo” non appena il nome è accennato dal cantante.
Tra i commensali che assistono, una impietosa panoramica del video fa notare qualche faccia perplessa, qualcuna insensibile alle emozioni, altre ormai preda della digestione, mentre il solito gruppo di groupies si affolla sotto il palchetto reale per un selfie che verrà postato di li a poco sui social.
Qualcuno si domanderà chi erano i presenti sul palco visto che non li abbiamo ancora citati. E noi vi rispondiamo che c’erano un po’ tutti, Furmicone, Nastasio, Braciolone, Chicchina de Fetalova, ziu ‘Ngilinu, Nibbeletto, Adorfo e naturalmente Essa, la contessa Gerza.
E come diceva l’ormai famoso telegramma di auguri ai neo sposi di Pincano, Clemente e Gerza, “Coraggio primi tempi Stop. Tanto doppo sempre peggio Stop”.
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