Una studentessa di una scuola superiore di Terni è stata pizzicata dalla Commissione di esame di maturità con un cellulare durante la prima prova scritta di italiano. Secondo quanto ricostruito, la ragazza sarebbe stata colta col dispositivo al momento della lettura delle tracce del tema di italiano a esame non ancora ufficialmente iniziato. La circostanza ha indotto la Commissione a segnalare la condotta della ragazza alla Dirigenza che, con un provvedimento, ha disposto l’allontanamento della studentessa non consentendole di svolgere la prova di esame. La famiglia della studentessa ha dunque deciso di formalizzare un ricorso al Tar dell’Umbria, anche se al momento “sussistono i presupposti richiesti dall’art. 56 cod. proc. amm. ai fini dell’adozione delle misure cautelari monocratiche” – come si legge nel decreto del Tar. La trattazione collegiale in camera di consiglio è stata fissata il 22 luglio 2025.
Cacciata dall’esame, ecco il ricorso
Tramite il legale Maria Di Paolo, la famiglia della studentessa ha presentato ricorso al Tar per chiedere l’annullamento: “Del provvedimento, di estremi sconosciuti, adottato, con cui la ricorrente è stata esclusa dall’esame di Stato, con annullamento prove scritte /divieto di somministrazione prove scritte e disposto il suo allontanamento dall’edificio scolastico; di qualsiasi atto che disponga o sia interpretabile nel senso di disporre l’esclusione dalle prove di esame di maturità / il loro annullamento per il mero possesso di un telefono cellulare, anche a prescindere dalla prova del suo utilizzo e / o dalla concreta possibilità di suo utilizzo per la redazione dei compiti, ivi inclusa la circolare dettata sul punto dalla Dirigenza”.
Esami nella sessione suppletiva
Nel pomeriggio di ieri, 19 giugno, il Tribunale Amministrativo dell’Umbria ha accolto il ricorso (con riserva), con possibilità per la studentessa di svolgere gli esami di maturità nella sessione suppletiva, anche se con riserva. Vale a dire che, se nel frattempo dovesse emergere qualche elemento diverso da come si sarebbero svolti i fatti, il Tribunale, su richiesta dell’istituzione scolastica, si riserva la possibilità di annullare o modificare le misure cautelari adottate.
Il decreto del Tar
“Poiché la sessione di prove suppletive dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione secondaria, secondo quanto prospettato dalla ricorrente, avrà inizio, per l’anno scolastico 2024/2025, il giorno 2 luglio 2025, occorre accordare preferenza all’interesse della ricorrente a poter sostenere l’esame nella sessione di prove suppletive programmata, non comportando ciò per l’Amministrazione scolastica alcun apprezzabile pregiudizio di carattere organizzativo o di immagine – si legge nel decreto – conseguentemente, deve essere disposta in via cautelare l’ammissione con riserva della ricorrente alla sessione di prove suppletive dell’esame di Stato conclusivo del secondo ciclo di istruzione secondaria, demandando all’Amministrazione scolastica di calendarizzare la prova orale e darne tempestiva comunicazione all’interessata (ferma restando la possibilità per l’Amministrazione di chiedere, sulla base di una diversa e motivata ricostruzione dei fatti, la revoca o la modifica delle misure cautelari adottate)”.