CELEBRATO A FOLIGNO IL 64ESIMO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE. LA MESSA IN CATTEDRALE DEDICATA AI CADUTI E' STATA SEGUITA DALLA CERIMONIA CIVILE ALLA PRESENZA DEL PICCHETTO D'ONORE DEL CENTRO DI SELEZIONE DELL'ESERCITO (GUARDA LE FOTO) - Tuttoggi.info

CELEBRATO A FOLIGNO IL 64ESIMO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE. LA MESSA IN CATTEDRALE DEDICATA AI CADUTI E' STATA SEGUITA DALLA CERIMONIA CIVILE ALLA PRESENZA DEL PICCHETTO D'ONORE DEL CENTRO DI SELEZIONE DELL'ESERCITO (GUARDA LE FOTO)

Redazione

CELEBRATO A FOLIGNO IL 64ESIMO ANNIVERSARIO DELLA LIBERAZIONE. LA MESSA IN CATTEDRALE DEDICATA AI CADUTI E' STATA SEGUITA DALLA CERIMONIA CIVILE ALLA PRESENZA DEL PICCHETTO D'ONORE DEL CENTRO DI SELEZIONE DELL'ESERCITO (GUARDA LE FOTO)

Sab, 25/04/2009 - 16:52

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Il 64esimo anniversario del 25 Aprile è stato ricordato oggi a Foligno con una serie di iniziative tese a mantenere viva la memoria storica dell'Italia e della città durante il secondo conflitto mondiale. La cerimonia ufficiale ha preso avvio alle ore 10.30 con la celebrazione della messa ai caduti officiata nella cattedrale di San Feliciano dal vescovo, mons. Gualtiero Sigismondi. Numerose rappresentanze istituzionali, civili e militari, oltre al sindaco Manlio Marini e ai componenti della giunta, dietro il gonfalone della città, hanno preso parte alle cerimonie. Corone di alloro sono state deposte in piazza Don Minzoni, davanti al monumento che ricorda le sofferenze del popolo folignate, davanti alla lapide dei caduti nella Resistenza folignate e a quella per i caduti di tutte le guerre, alla presenza del picchetto d'onore del Centro di Selezione Nazionale dell'Esercito, delle associazioni combattentistiche e di arma e della rappresentanza dell'Anpi e dell'Aned di Foligno. Subito dopo, in piazza della Repubblica, gremita di gente, il sindaco di Foligno, Manlio Marini, nel suo discorso Marini ha ricordato il 25 aprile del 1945, “quando – ha detto – il nostro Paese e il popolo italiano furono restituiti alla libertà e alla democrazia, riacquistando la dignità perduta con la dittatura fascista, che impose anche una guerra nefasta, con tanti lutti e devastazioni”. Il sindaco ha anche sottolineato che “parlando del 25 aprile, non lo facciamo solo per un semplice ricordo storico dell'insurrezione nazionale che aprì le porte alla convivenza civile, al pluralismo e alle libere opinioni, ma anche per riaffermare la validità di quella scelta di vita fatta da migliaia di giovani, molti dei quali anche nella nostra città”. Marini ha ricordato quindi alcuni folignati protagonisti della Resistenza e della Guerra di Liberazione, tra cui, Franco Ciri, Mario Tradardi, Antero Cantarelli, Adelkio Fiore, Giacinto Cecconelli e Marcello Formica. Il sindaco di Foligno ha posto l'accento anche sul “grande contributo delle donne alla lotta di Resistenza e alla guerra di liberazione” ed ha citato i nomi di alcune partigiane di Foligno, Britannia Lupidi, Giorgina Formica e Aurora Pascolini che combatterono insieme agli uomini sulle nostre montagne. La Pascolini, impedita a partecipare alle celebrazione in piazza, poiché costretta per malattia al ricovero ospedaliero, al termine delle iniziativa ha ricevuto la visita del sindaco Marini e dell'assessore Zampolini, che le hanno consegnato una medaglia d'argento, per il suo impegno nella Resistenza e nella guerra di Liberazione. Marini ha anche parlato del contributo del circolo cattolico San Carlo, “un vero e proprio laboratorio – ha detto – dove nacquero le prime forme di antifascismo e dove i giovani di allora presero coscienza dei concetti di tolleranza, libertà e giustizia sociale”. Non sono mancati riferimenti alla tragedia sismica che ha colpito l'Abruzzo e all'impegno che la città di Foligno intende porre in atto per aiutare le popolazioni abruzzesi. In chiusura, Marini ha parlato dell'iniziativa “Un'onda libera, libera l'Italia”, che presenta oggi a Foligno i prodotti delle cooperative agricole che lavorano su terreni confiscati alla mafia. Alle ore 16 a Cancelli, molti folignati hanno partecipato, insieme al sindaco, alla Messa celebrata nel sacrario fatto costruire in memoria dei deportati folignati da don Pietro Arcangeli, il sacerdote deportato con altri 22 giovani nei lager nazisti.


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