Proprio nel giorno in cui la frazione, Pian Grande e Pian Piccolo ed il monte Vettore sono tornati ad imbiancarsi. Neve che comunque già in tarda mattinata, grazie al sole, si è sciolta.
L’accordo tra i castellucciani e le istituzioni sembrava esser stato raggiunto nei giorni scorsi, quando l’Anas aveva dato il suo ok al passaggio questa settimana dei trattori nella galleria di Forca Canapine, compromessa dal terremoto del 30 ottobre, per permettere loro di raggiungere Castelluccio. Consentendo quindi agli agricoltori di tenere i mezzi agricoli in quota.
Un risultato ottenuto dopo la clamorosa protesta di una decina di giorni fa, cui aveva preso parte anche l’assessore regionale all’agricoltura Fernanda Cecchini. Chiaro era che la concessione era soltanto una tantum, per consentire quindi ai castellucciani di evitare di percorrere 90 km con i trattori (4-5 ore il tempo stimato) per raggiungere il tetto dei Sibillini.
Gli agricoltori, però, non si accontentano: fare avanti e indietro da Norcia, anche se con le automobili, ogni giorno, tramite la strada ‘lunga’ (che attraversa in sostanza tre regioni), è per loro improponibile. Fermarsi in quota, ugualmente, non è per loro un’ipotesi percorribile: in molti casi hanno animali da governare oltre che i campi da seminare.
La loro richiesta è una sola: passare per la viabilità ordinaria, quella chiusa a causa del terremoto, la provinciale 477. Una strada il cui transito è consentito attualmente soltanto ai mezzi di soccorso, vista la sua pericolosità, e dove sono iniziati i lavori che dovrebbero consentirne la riapertura entro fine giugno.
Ancora una volta a cercare di mediare e trovare una soluzione è stata l’assessore regionale Cecchini, tornata questa mattina a Norcia. Mentre con l’amministrazione comunale si è alzato lo scontro: dal Comune è stato infatti chiesto ai coltivatori di comprendere la difficoltà della situazione e di essere pronti a fare qualche sacrificio. Un nuovo summit per studiare un’ipotesi che possa finalmente accontentare tutti è in programma nelle prossime ore.
Accanto agli agricoltori nursini è tornata ad intervenire la Coldiretti. “La fioritura della lenticchia – ricorda in una nota – è attesa da ben 250mila turisti che giungono sull’altopiano di Castelluccio da maggio a luglio per ammirare lo straordinario spettacolo della fioritura che quest’anno dovrebbe festeggiare anche il ventennale dal riconoscimento comunitario avvenuto con la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale del 12 giugno 1997. È quanto afferma Coldiretti Umbria nel sottolineare che occorre garantire una adeguata viabilità per consentire la semina del pregiato legume e il successivo spettacolo offerto dal suggestivo colore viola dei fiori. Una corsa contro il tempo per garantire la sopravvivenza di un prodotto simbolo delle aree terremotate che alimenta un importante indotto economico ed occupazionale e svolge un effetto traino per il turismo e l’intero settore agroalimentare.
Intanto è stato definito il piano per delocalizzare le attività commerciali del capoluogo. Ad annunciarlo è stato il vicepresidente della Regione Fabio Paparelli: “Abbiamo concluso proprio in questi giorni anche il percorso per l’individuazione delle soluzioni idonee alla delocalizzazione temporanea delle attività commerciali e della quasi totalità dei ristoranti-bar del centro di Norcia”. Paparelli ha sottolineato con soddisfazione come “a questa soluzione, alla quale hanno lavorato i funzionari della Regione ed i tecnici dell’Ufficio Speciale per la ricostruzione ed alla quale si è addivenuti dopo una fattiva concertazione con i commercianti interessati nonché attraverso una preziosa collaborazione con le Associazioni di categoria, prevede la collocazione di moduli di diverse metrature a ridosso delle mura cittadine in maniera tale da poter rimanere in contatto con la parte turistica della città. Tali soluzioni, strutturalmente armoniche al contesto nel quale saranno inserite, permetteranno la delocalizzazione di 35 attività commerciali e 7 ristoranti-bar che, a seguito dell’espletamento delle procedure relative alla fornitura, potranno riprendere in tempi ragionevoli la propria attività.
Alcune imprese – ha aggiunto Paparelli – inoltre avevano già provveduto a delocalizzare le proprie attività utilizzando le altre due modalità prevista nell’apposita Ordinanza del Commissario per la ricostruzione e cioè affitto di altra struttura o posa in opera di una propria struttura su un terreno nelle proprie disponibilità”.