Gubbio e Gualdo

Cassazione respinge ricorso Comunanza Agraria, la “guerra dell’acqua” finisce dopo 8 anni

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso della Comunanza Agraria Appennino Gualdese, contrario alla sentenza del Consiglio di Stato, dichiarando in via definitiva e legittima l’istanza di proroga della concessione per il prelievo di acqua minerale a Rocchetta – che di fatto ha sempre gestito da oltre 70 anni – ed il relativo piano di investimenti da oltre 30 milioni di euro.

Nella sentenza, depositata questo pomeriggio (20 gennaio), i magistrati ricordano inoltre che il ricorso contro la sentenza del Consiglio di Stato è stato presentato il 2 ottobre 2021, quando la data limite per inoltrarlo sarebbe stata il 1 ottobre 2021, da qui, si legge nel documento della Corte, “l’inammissibilità del gravame”. La Comunanza è stata inoltre condannata al pagamento delle spese processuali in favore di Regione (5200 euro), Comune di Gualdo Tadino e Rocchetta (6200 euro a testa)

La sentenza della Cassazione, ultimo grado di giudizio, dovrebbe dunque chiudere così la “guerra dell’acqua”, che per 8 lunghi anni ha visto la Comunanza Agraria battersi contro tutti per l’uso civico di terreni e sorgenti gualdesi sin dal 2015, quando la Regione prorogò per altri 25 anni la concessione per l’utilizzo di quest’ultimi a favore di Rocchetta.

Queste le parole a caldo del sindaco di Gualdo Tadino Massimiliano Presciutti: “Oggi è finalmente stata scritta la fine dopo interminabili anni in cui mi sono dovuto difendere da accuse false e pretestuose e ho combattuto col sorriso, certo della correttezza del nostro operato. Dovrei essere contento ma provo tanta amarezza: la comunità regionale e i gualdesi sono stati presi in ostaggio per 8 lunghissimi anni in maniera strumentale e ingiusta ma tant’è giustizia è fatta! In questo momento voglio abbracciare tutti i lavoratori dell’azienda e le tantissime persone che mi sono state vicine in una battaglia per il bene della comunità, che ho combattuto a viso aperto e col sorriso sulle labbra a tutela dell’interesse pubblico prevalente”.