Sindacati e Regione ne danno conferma: il caso dello stabilimento Perugina – Nestlè di San Sisto approda al Ministero dello Sviluppo Economico. Dopo la richiesta dei lavoratori, anche la presidente Catiuscia Marini ha sollecitato il Governo a costituire un tavolo per esaminare le prospettive produttive del gruppo Nestlè in Italia. Richiesta formalizzata il 3 di agosto al Ministro Federica Guidi. E così è arrivato anche il placet dello stesso dicastero. “La convocazione al tavolo ministeriale – rileva la Regione in una nota – fa seguito ai numerosi incontri ed interlocuzioni avuti dalla presidente Marini, che proprio nei primi giorni di agosto aveva chiesto al ministero la convocazione del tavolo sulle questioni relative allo stabilimento di San Sisto, e dall’assessore allo sviluppo economico, Fabio Paparelli. Ora si è in attesa della data di convocazione dell’incontro al Ministero, a cui seguirà – come annunciato – da parte della Regione Umbria l’immediata convocazione del tavolo regionale con tutti i soggetti interessati”.
La precisazione della Regione Umbria arriva a seguito delle assemblee svolte nei giorni scorsi nello stabilimento, durante le quali è giunta da parte di sindacati ed Rsu una sollecitazione alle istituzioni ad attivarsi per un incontro in sede ministeriale sulla vertenza. “Nel corso di un recente colloquio – aggiunge la nota della Regione – d’intesa con il sindaco di Perugia Andrea Romizi, si è inoltre convenuto di procedere all’incontro con i vertici della multinazionale in sede ministeriale e, a seguire, alla immediata convocazione del tavolo regionale con tutti i soggetti interessati”.
Perugina, paura per esuberi | Lavoratori chiedono risposte a Nestlè
Intanto Michele Greco, di Flai Cgil, al telefono con Tuttoggi.info, conferma la paura per gli esuberi in vista della scandenza del contratto di solidarietà ad agosto 2016. A lavorare nello stabilimento di San Sisto ad oggi sono circa 840 dipendenti, ma è probabile che, con la riduzione di almeno 3 tonnellate di produzione, si arrivi al licenziamento di circa 300 unità. Scure che si abbatterebbe in particolare sui lavoratori stagionali. “Il vero problema che vogliamo sottolineare attraverso la nostra vertenza è che Nestlè non ha mai voluto sedersi al tavolo con noi per parlare del futuro dell’azienda in Italia. Così tiene i lavoratori a bagnomaria. Il nostro paese è il settimo al mondo come bacino di vendita per Nestlè, ma ciò che è necessario comprendere è cosa da Beauvais si deciderà di fare di San Sisto. E’ chiaro che uno stabilimento del genere non può viviere di solo Bacio perugina“. Da qui la proposta di un piano di produzione che nasce dalla voce e dalle idee degli stessi lavoratori: investire sugli altri settori di vendita della Perugina, come le caramelle e i biscotti, come fanno anche altre aziende leader nel settore. “Abbiamo il know-how, la tradizione e le strutture. Basterebbe investire in questa fetta di mercato già esistente nel fatturato Nestlè. Eppure sembra che dalla multinazionale non ci sia questa volontà: non arrivano proposte dal management italiano, non ci sono investimenti commerciali e di marketing“. Ciò che rimane certo per i sindacati è la necessità di muoversi prima che trascorra un altro anno: “abbiamo già fatto sacrifici con il contratto di solidarietà. E’ arrivato il momento di risolvere il problema senza perdere ulteriore tempo“.
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