“CASO MEREDITH” E SICUREZZA ALLA BASE DEL CROLLO DELLA POPOLAZIONE STRANIERA A PERUGIA - Tuttoggi.info

“CASO MEREDITH” E SICUREZZA ALLA BASE DEL CROLLO DELLA POPOLAZIONE STRANIERA A PERUGIA

Redazione

“CASO MEREDITH” E SICUREZZA ALLA BASE DEL CROLLO DELLA POPOLAZIONE STRANIERA A PERUGIA

Lun, 02/05/2011 - 09:48

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(Francesco de Augustinis)- La paura, la “questione sicurezza” e i continui casi di violenza nel centro storico, che rimbalzano tra le pagine dei blog, sono il vero motivo del crollo verticale della presenza degli stranieri nel capoluogo umbro, secondo tante testimonianze raccolte tra gli operatori dell'accoglienza agli stranieri a Perugia e degli istituti internazionali della città.

Solo qualche giorrno fa il quotidiano “La Stampa” ha reso noto in Italia un sondaggio condotto dalla Loyola University di Chicago insieme alla Fondazione Italia-Usa, secondo cui il processo e il “frastuono mediatico” relativi alla vicenda di Amanda Knox, che negli Stati Uniti è considerata da molti vittima di un'ingiustizia legale, sono dei motivi validi per non venire in Italia per la maggior parte degli studenti Usa. Il 74 per cento degli 800 studenti intervistati, secondo il sondaggio, ha dichiarato infatti che non verrà in Italia a causa dell'episodio o che lo terrà comunque in considerazione prima di scegliere, mentre solo il 27 per cento dei giovani americani non si farebbe condizionare affatto dall'episodio prima di venire in Italia.

A febbraio, dopo il polverone mediatico sollevato dalla morte di Elisa Bandettini, il sindaco di Perugia Wladimiro Boccali alzò la voce contro lo “schema Meredith”, colpevole a suo dire di dipingere il volto della città sulle pagine dei giornali di tutto il mondo come “città noir, la 'disneyland della droga', la capitale dello spaccio, la trasgressione notturna, la dolce vita universitaria tra sesso e droga”.

Ma quanto ha pesato davvero la vicenda Meredith sull'evidente calo di stranieri da Perugia? Una prima indicazione utile può venire dai dati sulle iscrizioni all'Università per Stranieri di Perugia. Secondo le statistiche del ministero per l'Istruzione, l'università e la ricerca, l'ateneo nell'anno accademico 2006-2007 (l'omicidio Meredith risale al 1 novembre del 2007) contava 2002 iscritti, di cui 1077 donne e 155 matricole. Gli ultimi dati disponibili, relativi all'anno 2009-2010, parlano invece di 1609 iscritti, di cui 925 donne e 227 matricole.

Se è evidente il calo quantitativo degli iscritti complessivi (400 persone in meno), secondo un'agenzia che si occupa dell'alloggiamento degli stranieri in città, negli ultimi anni si è verificato un repentino cambio delle provenienze. Al crollo degli arrivi dai paesi occidentali, infatti, sarebbe corrisposto un aumento significativo degli studenti provenienti da altre zone, “in particolare dalla Cina e dalla Libia”.

Il crollo delle presenze occidentali è confermato anche da un'operatrice di un noto istituto di Perugia di alta formazione per studenti americani, secondo cui le iscrizioni negli ultimi anni si sarebbero sostanzialmente dimezzate, ma la responsabilità sarebbe da attribuire al “caso Meredith” solo per il “10 per cento circa”.

“A mio avviso pesa altrettanto la crisi economica che sta colpendo gli Stati Uniti”, ha detto l'operatrice, spiegando in questo modo le tendenze rilevate dall'agenzia, relative alla diversa provenienza degli stranieri. “Ma c'è un fattore che va di pari passo, che è la sicurezza a Perugia”.

“Penso che sia una cosa evidente che a Perugia non si respira più. I ragazzi che pensano di venire sono molto informati sulla città, hanno già in mente i pub dove andare, quindi sanno bene cosa li aspetta”, spiega l'operatrice. “Quello che fa preoccupare sono i ragazzi che vanno sui blog prima di venire e trovano che la città è sconsigliata perché non è sicura, anche dai ragazzi che ci sono stati prima di loro”.

“Questo succede perché abbiamo avuto tanti casi di violenza, non gravissimi ma numerosi. I ragazzi restano qui a Perugia per tre o quattro mesi e basta che ci sia un episodio o due che fa notizia e si sparge la voce”, ha detto.

“Ci sono delle vie in cui non prendiamo più appartamenti per alloggiarli, proprio per il problema della sicurezza”, spiega la ragazza, facendo riferimento a via Cartolari, via Alessi, ma aggiungendo di aver avuto problemi seri anche in corso Garibaldi, via dei Priori, via Bartolo o via della Cupa.

“Se va avanti così com'è adesso saremo costretti a lasciare queste zone, anche se non sappiamo dove andare. Non c'è una zona del centro che sia sicura”, ha detto.

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