Sono passate solo 24 ore dalla nota-diffida di Enac a Fly-Volare che appena un giorno prima, il 31 luglio, aveva presentato con la Sase (Ente gestore, partecipato dalla Regione dell’aeroporto San Francesco D’Assisi) ben 9 nuove rotte in partenza dallo scalo umbro, che non tardano ad arrivare le prime reazioni politiche al “caso licenze”, che vede appunto Fly Volare non ancora in possesso delle necessarie autorizzazioni al volo.
Aeroporto Umbria, arriva Fly Volare | Aggiornamento, Enac “Non ha licenza”, Sase “Lo sapevamo”
Il consigliere regionale Claudio Ricci (Ricci presidente) annuncia così la presentazione di una interrogazione alla Giunta regionale per conoscere, “a seguito di una adeguata ricognizione informativa, quale era la reale situazione autorizzativa della compagnia aerea FlyVolare il 31 luglio 2017, giorno della conferenza stampa con la quale si annunciava l’attivazione di nuove rotte da Perugia”.
Ricci spiega il proprio atto ispettivo con “la comunicazione stampa secondo cui la compagnia aerea FlyVolare non avrebbe, a oggi, le autorizzazioni Cao (Certificato operatore aereo) e la licenza di esercizio di trasporto aereo”.
“La stessa compagnia aerea FlyVolare – conclude Ricci -, sempre da quanto emerge, otterrà le autorizzazioni Enac solo a metà settembre al fine di attivare, dall’aeroporto dell’Umbria, servizi aerei con un aeromobile del tipo Airbus 319”.
Per Ricci, “qualora emergesse che alla data della conferenza stampa non vi erano le autorizzazioni Enac”, si sarebbe trattato “dell’annuncio di servizio, con le conseguenti complessità giuridiche e in termini di marketing, senza avere la certezza di erogazione dello stesso servizio. La Regione, in questo caso, dovrà adottare azioni per la tutela dell’ente, anche in termini d’immagine e nel quadro delle eventuali responsabilità della stessa Sase”.
Vale ricordare che nella nota successiva alla diffida dell’Enac, la Sase ha spiegato di essere al corrente che la compagnia non aveva ancora “in mano” le necessarie autorizzazioni ma che le stesse erano state richieste e che l’iter autorizzativo era in itinere. Di fatto dunque la situazione era nota al gestore dello scalo umbro.