E’ stato un cittadino, residente in Via Messina a Ponte Felcino a comunicare di essere affetto da favismo ed a chiedere l’adozione dei provvedimenti conseguenti a tutela della propria salute. Così il Comune di Perugia con un’ordinanza ha vietato la coltivazione di fave (Vicia faba maior ), di favino (Vicia faba minor ) e di favetta (Vicia faba equina ), di piselli, fagioli ed altre leguminose nel raggio di 300 metri in linea d’aria dall’abitazione di residenza del nucleo familiare del cittadino interessato.
Il “favismo” è un difetto genetico, ereditario, determinato dalla carenza dell’enzima glucosio6fosfato deidrogenasi eritrocitario (G6PDH), normalmente presente nei globuli rossi, fondamentale nello svolgimento dei processi ossido riduttivi che avvengono a livello degli stessi eritrociti; il difetto enzimatico può determinare su base acuta un’improvvisa emolisi e quindi una grave anemia emolitica, quando il soggetto con tale predisposizione ingerisca fave fresche o secche (crude o cotte) e solitamente anche altri legumi o alcuni farmaci che interferiscono a livello inibitorio con l’attività del suddetto enzima; la possibilità di una grave crisi emolitica può avere conseguenze anche letali e quindi mettere in pericolo la vita del soggetto; in alcuni casi tale condizione può manifestarsi anche esclusivamente respirando i pollini delle fave in fiore, con le medesime conseguenze dell’ingestione.
Inoltre, “la vendita di fave fresche è autorizzata negli esercizi commerciali e nei mercati e supermercati comunali, purché le stesse siano preconfezionate in sacchetti sigillati e dando corretta pubblicità della vendita con appositi cartelli di dimensioni minime 30×40 cm con la seguente dicitura: “Avviso per i cittadini a rischio di crisi emolitica da favismo: in questo esercizio commerciale sono in vendita (sono esposte ) fave fresche ”.