Carlo Ceraso
Probabilmente tre contro uno non era facile da gestire, specie se gli interlocutori si chiamano Oliviero Toscani, Nicolas Ballario e Michael Jacob. Certo è che l’assessore all’urbanistica di Spoleto Juri Cerasini l’ha combinata grossa intervenendo a Radio radicale sulla vicenda del costruendo centro commerciale a Fabbreria di Eggi e di fatto prendendo le distanze dagli ultimi due sindaci (l’attuale Daniele Benedetti, l’ex Massimo Brunini). Non che la critica, o presa di distanza, non ci potesse stare. Ma da chi è stato presidente della commissione urbanistica ai tempi del leader maximo (Brunini) e assessore dal 2009 con Benedetti, ci si sarebbe attesa una difesa ‘diversa’. Invece Cerasini, che per una buona mezz’ora, tanto è durata la trasmissione “Fatto in Italia” di Ballario (in onda domani su Radio radicale alle 13.30 ma già consultabile cliccando qui), ha anche accettato di farsi chiamare “Cesarini”, una volta incalzato ha preferito scaricarsi di quelle responsabilità che il 14 maggio 2008 portarono il consiglio comunale, lui incluso, a deliberare su Fabbreria la costruzione del nuovo centro. Con la benedizione pure di molte associazioni di categoria. Così frasi registrate come “io non avrei individuato quell’area”, “io sono io, il sindaco è il sindaco”, “ha fatto tutto Massimo Brunini” o “Il Sindaco non vi ha ricevuto? Non rispondo per mancanze di altri” sono destinate ad aprire una crisi senza precedenti fra il primo cittadino e l’assessore. Dal comune fanno sapere che i due avranno a breve un incontro chiarificatore al termine del quale potrebbe arrivare una nota stampa.
L’antefatto – A far dedicare la puntata radiofonica al ‘caso’ Spoleto era stato un editoriale di Michele Serra che su Repubblica aveva denunciato il presunto “scempio” edilizio in quel di Fabbreria, all’ingresso della città del festival che “mi dicono miei amici – così scrive l’illustre penna – vanta già 14 centri commerciali”.
La replica dell’assessore arriva puntuale: “mi sono permesso di rispondere privatamente a Serra che è stato male informato – ribatte Cerasini – a Spoleto ci sono 9 aree commerciali di cui 6 da 900 a 1.500 mq e solo 3 fino a 2.500 mq”. Ma già si intravede la prima sbavatura: “Quanto a Fabbreria, sono entrato come assessore nel 2009, il Piano del commercio è del 2002, nel 2012 poi è stato pubblicato il Piano attuativo e, anche tramite comunicati stampa, abbiamo chiesto eventuali osservazioni. Ma nessuno si è fatto avanti, a cominciare dalle associazioni ambientaliste, e di conseguenza siamo andati avanti”.
E’ la volta dello scrittore Jacob, inglese naturalizzato spoletino che con la moglie Daniela De Gregorio da anni porta avanti alcune battaglie in difesa dell’ambiente. Jacob prende le distanze dall’articolo di Serra dicendo che “probabilmente ci sono anche delle esagerazioni, ma esagerazioni ci sono anche in questo progetto di edificare altri 14mila metri quadrati, pari a 90 campi di calcio, proprio davanti all’ingresso di Spoleto, distruggendo per sempre questa parte della vallata spoletina già sepolta dal cemento. Eppure i centri di Madonna di Lugo, San nicolò, Coop e Conad dovevano bastare, a che serve costruirne un altro?”.
Il noto fotografo Oliviero Toscani commenta: “quando si hanno cariche pubbliche noi italiani diventiamo dei mister Hyde, accettando mostruosità che non accetteremmo quali cittadini…non sono sicuro che l’assessore sia convinto di ciò che dice, magari deve difendere questo sbaglio. Costruzioni simili fanno sì che i giovani hanno uno strano sistema di vita, passando le giornate nei centri commerciali, posti di estremo degrado per la cultura del Paese”. Il conduttore Ballario, rivolto al politico, aggiunge: “era il caso di farlo proprio qui, nella patria di Carandente e Menotti?”
“Tendenzialmente concordo con quello che dice Toscani – replica Cerasini – non vedo favorevolmente i centri commerciali, sviluppano e omologano i territori in maniera incomprensibile rispetto alle radici culturali di un luogo. Quanto al mio ruolo, quando uno rappresenta l’istituzione, deve portare avanti quello che è stato creato prima. Una parte di quel terreno è stato venduto dall’amministrazione con un bando pubblico a una società che ha così ottenuto le licenze e acquistato altri terreni confinanti che potevano essere trasformati in un’area coperta di 29.000 mq; noi l’abbiamo diminuita a 14mila anche litigando con la ditta, in pratica la metà di quello che si poteva sviluppare. E abbiamo prescritto la piantumazione di 981 alberi ad alto fusto….il diritto reale a costruire non glielo posso togliere”.
Ballario incalza Cerasini, lo invita a dire chiaramente se è d’accordo con il progetto: “Avremmo dovuto gestire diversamente il percorso rispetto al piano regolatore, non arrivando forse a individuare quell’area – risponde l’assessore – ma oggi, a parlare di quello che si poteva fare ieri, come amministratore mi rimane difficile”.
Chi era l’amministrazione che ha approvato? Insiste il conduttore. “Il sindaco era Massimo Brunini che ha fatto tutto…”
Jacob: “abbiamo avuto 10 anni di Brunini, il suo vice è diventato sindaco, sono tutti filobrunini. In passato il comune ha abbracciato l’agenda 21 per preservare paesaggio, frazioni e centri storici, invece assistiamo a un degrado devastante come se avessero buttato una bomba atomica; forse sarebbe stato meglio almeno sarebbe stato un disastro invece qui ci realizzano un Mcdonald's e ci dicono pure che dobbiamo essere contenti. Io sto aspettando ancora di parlare con il sindaco per questo e altre cose”.
Cerasini: “hai mai chiesto un appuntamento con me?”. Jacob non risponde. “Ogni volta che mi è stato chiesto ci siamo incontrati – aggiunge l’assessore – non rispondo per mancanze per altri. Chi vuol parlare con me nel giro di 2 giorni ha l’appuntamento. A Toscani dico che è vero che c’è bisogno di essere fuori dagli schemi, però ci sono dei diritti acquisiti ed è questo il caso”. Il trio non molla e chiama Cerasini alle sue responsabilità: “avrei gestito le cose in maniera molto diversa, ma io sono Juri e il sindaco è il sindaco; ho gestito la parte delle licenze edilizie che non sono state ancora rilasciate, e finora abbiamo firmato solo una convenzione per la realizzazione delle opere pubbliche. Non mi smarco dalle responsabilità, me le assumo tutte e infatti il progetto iniziale lo abbiamo ridimensionato rispetto a quello che verrà costruito”.
Toscani non ci sta e non le manda a dire neanche agli ambientalisti: “anche il terreno su cui è stata costruita Spoleto era agricolo, però hanno costruito una città come Spoleto, fantastica, invidiata in tutto il mondo….poi gli ambientalisti sono contrari a costruire a prescindere. Adesso non si sta costruendo Spoleto, ma solo centri commerciali, le grandi opere architettoniche in questi anni e in questo Paese si contano su una mano….ci aspettiamo la costruzione della nuova Spoleto, non 100mila mq di centri commerciali. Non si viene a Spoleto per vedere l‘asfalto, ma la vera ricchezza del nostro Paese che viene invece cannibalizzato da amministrazioni che non hanno una visione e non hanno coraggio. Cerchiamo di non costruire questa roba qui, faremo una battaglia perché Spoleto è anche mia, di tutti noi”.
L’attesa – la frittata è fatta. Non resta che capire come si svolgerà l’incontro fra sindaco e assessore e quali decisioni verranno prese. Intanto però dagli uffici comunali si alza più di una voce in difesa del progetto: “il Piano regolatore è stato approvato anche da pezzi della minoranza e su Fabbreria sono state previste delle prescrizioni particolari proprio per salvaguardare l’aspetto visivo della costruzione e quindi l’ambiente. La stessa altezza dei manufatti sarà inferiore al livello della superstrada che conduce a Spoleto e sui tetti non sarà possibile installare neanche i condizionatori. Le mille piante ad alto fusto, in pratica due boschetti che saranno inseriti nell’area commerciale, aiuteranno a diminuire enormemente l’impatto di questa costruzione che, rispetto all’originale è stata tagliata del 50%. Per non parlare dei nuovi posti di lavoro che si creeranno. La stessa azienda che ha acquistato l’area ha affidati nelle scorse settimane la realizzazione delle opere pubbliche a una azienda del nostro territorio per 1,8 milioni di euro”. Una curiosità: nei giorni scorsi un imprenditore di Perugia ha avviato dei contatti per capire se uno dei manufatti potrà essere destinato a realizzarvi un cinema multisala, struttura molto richiesta in città dopo la chiusura dell’ultimo cinema “Corso”.
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