Presto il Consiglio comunale di Città di Castello rivedrà il regolamento per l’assegnazione degli alloggi di edilizia residenziale pubblica, definite nella consuetudine “case popolari”; sono complessivamente circa 200, per 150 domande in attesa di assegnazione e di recente l’Ater ha integrato la disponibilità acquistando 10 alloggi nella zona industriale nell’area conosciuta come “Il tirassegno”.
Nel frattempo la commissione Servizi ha esaminato un aspetto particolare, ma non infrequente della materia, modificando la norma sulla mobilità volontaria da un alloggio all’altro per cittadini già assegnatari. In sostanza chi, titolare di una casa popolare, manifesti l’esigenza di cambiare, potrà farlo, nell’ambito della graduatoria generale ogni cinque alloggi assegnati, se ricorrono tre motivazioni stringenti: perché la famiglia è aumentata o diminuita e gli spazi non corrispondono ai parametri stabiliti dalla legge; per avvicinarsi al luogo di lavoro o di cura; per problemi di carattere socio-sanitario. Queste le tre tipologie che permetteranno ad un assegnatario di liberare la propria casa, che verrà riassegnata, e occuparne una più confacente alla sua attuale situazione.
“Siamo i primi un Umbria ad avere questo regolamento” ha detto l’assessore alle Politiche sociali Luciana Bassini. Il responsabile del Servizio dell’Edilizia residenziale pubblica Francesco Grilli, illustrando l’atto, ha parlato “dell’articolo della norma più generale che disciplina il modo in cui gli assegnatari possono cambiare l’alloggio in casi specifici. Il cambiamento di alloggio per mobilità è inserito ogni cinque alloggi assegnati sulla base di una graduatoria, stilata sulla base di criteri, punteggi e preferenze previsti all’articolo 5. La mobilità è volontaria perché anche se la casa è diventata stretta non possiamo sradicare le famiglie d’ufficio ma nel caso corrispondere ad una loro richiesta”.
Sassolini (Fi) ha ribadito come “a fronte di una penuria di alloggi, il regolamento favorisce i nuclei con alcune caratteristiche tra cui la numerosità. Non vorrei che passasse l’informazione che tale beneficio sia automatico. E’ necessario dire che si liberano appartamenti all’interno delle disponibilità esistenti. Poi vorrei una verifica sulla persistenza dei requisiti per i destinatari”. Bucci (Castello Cambia) ha commentato che “il regolamento non si discosta dalla legge regionale. Lo scambio volontario può inserirsi nella mobilità regolata dalla norma”.
Minciotti (Pd) che ha fatto “un plauso alla mobilità volontaria per equilibrare meglio le esigenze”. Gasperi (M5S) si è detto vicino al pensiero di Sassolini “nel concetto della poca trasparenza. La mobilità sarà gestita con modalità che sfuggono al sindacato effettivo. Apriamo la commissione ai consiglieri comunali. Inoltre la mobilità crea una domanda perché tutti chiederanno un alloggio più grande”.
Rigucci (Lega) ha chiesto che “nelle commissioni non siedano coloro che hanno interessi. Non ci devono essere esperti o professionisti attivi. Limiterei la mobilità per motivi di lavoro solo ai disabili. In caso di cambio, gli alloggi devono essere liberati integri ed idonei ad essere riassegnati”. Massetti (Pd) si è detto molto favorevole “al regolamento che tiene conto delle esigenze delle famiglie”. Anche Bartolini (Psi) ha espresso un giudizio positivo, “ben stilato e trasparente”.
L’assessore Bassini ha annunciato che “le verifiche sono state predisposte e che valuterà la praticabilità giuridico-amministrativa di forme di integrazione del controllo una volta nominata la nuova commissione, che è in scadenza. Sia aprendo ai consiglieri che facendo convergere la redazione delle graduatorie sull’organismo”.