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CASE IN ZONA SISMICA, PROPOSTA DEI CONSIGLIERI REGIONALI PD, SMACCHI E BARBERINI “MENO COSTI E AUTORIZZAZIONI PIU' VELOCI”

Proposta di legge dei consiglieri Barberini e Smacchi per modificare l’attuale normativa regionale in materia di vigilanza e controllo su edifici in zone sismiche riducendo le spese, semplificando e velocizzando le procedure per interventi edilizi di modesta entità, garantendo adeguati livelli di sicurezzaMeno costi, procedure semplificate e autorizzazioni più veloci per realizzare interventi edilizi di modesta entità, in zone sismiche, garantendo adeguati livelli di sicurezza. Questi i principali obiettivi della proposta di legge, presentata stamani dai consiglieri regionali del Pd Luca Barberini e Andrea Smacchi, per modificare l’attuale normativa in materia di vigilanza e controllo su opere e costruzioni in territori a rischio sismico. “Questo disegno – spiegano Barberini e Smacchi – nasce dalla necessità di venire incontro alle esigenze dei cittadini che intendono costruire o ristrutturare edifici di piccole dimensioni, snellendo l’attuale complesso iter burocratico per le autorizzazioni e riducendo le spese istruttorie. Ad oggi infatti, secondo i criteri della legge regionale n. 5/2010, non sono previste forme di controllo differenziate in relazione al diverso grado di rischio che la costruzione presenta ed è necessaria la procedura autorizzatoria anche per opere minori, che non incidono sulla pubblica incolumità. Questo comporta pratiche lunghe e complesse, con tempi di attesa indefiniti per il rilascio delle autorizzazioni sismiche, che spesso bloccano per mesi l’attività edilizia, e costi molto elevati per le spese istruttorie. Le modifiche che noi proponiamo alla attuale normativa – sottolineano i due consiglieri del Pd – mirano, in particolare, ad escludere dalle autorizzazioni sismiche le opere di modesta rilevanza ai fini della pubblica incolumità e a definire con certezza i tempi entro i quali la pubblica amministrazione deve rilasciare i necessari permessi. Al tempo stesso, proponiamo di differenziare il rimborso forfetario per le attività istruttorie, in base alle volumetrie e in particolare in relazione agli interventi che non superino i 1.200 metri cubi. Inoltre, quando non si tratta di nuove costruzioni, ma di opere di adeguamento e di miglioramento sismico, riteniamo opportuno ridurre del 50% tale spesa a carico del cittadino. Le modifiche ipotizzate, ovviamente, non incidono sui livelli di sicurezza delle strutture, che devono restare sempre prioritari in una regione ad alto rischio sismico”.