di Casa Rossa
Sentiamo parlare di tutto anche nella nostra città, tutto meno ciò che serve prima di ogni altra cosa, il lavoro. Quel lavoro che non c’è e quando c’è è senza diritti, precario e con salari da fame, di cinque, seicento euro al mese.
Non si può rimanere indifferenti, non possiamo rimanere incapaci di intervenire, come il movimento operaio ci ha insegnato nel XX secolo. Il XX secolo, il secolo di mezzo tra due secoli senza diritti, il XIX e il XXI.
A Spoleto c’è la desertificazione industriale, dal 1985 ad oggi, in trent’anni, tutto il tessuto di aziende di media grandezza è stato smantellato. Prima il Cotonificio, poi la Panetto e Petrelli, quindi la Minerva, infine la IMS-Pozzi. La Cementir è esangue e sono rimasti al lavoro poco più di 90 dipendenti, allo SMMT restano poco più di 200 lavoratori, all’Italmatch poche decine.
In queste aziende, alla metà degli anni ’70 lavoravano 2.500 operai, oggi ne restano 300. Al loro posto, nulla, o quasi, la Tecnokar e poco altro e si devono aggiungere le conseguenze sull’indotto che non sono poche e sono gravi.
Per il resto, salari da fame, lavoro precario, lavoro nero e disoccupazione. Le cose cambiano nome ma la condizione di chi lavora è la stessa miserevole del XIX secolo; oggi si chiamano voucher, call center, partite IVA, ma siccome, quando va bene, si portano a casa 600 euro, in una famiglia per vivere, occorre che si lavori in 3 o 4, come nell’ottocento.
Chi perde lavoro a Spoleto, se lo ritrova, quando va bene, lo trova fuori città, non a Spoleto. Poi, soprattutto, come ti giri, un mare di persone disoccupate o che si arrangiano con lavoretti per portare a casa 10! 20 ! euro per ogni giorno che lavorano, naturalmente non lavorano tutti i giorni. Amici, parenti, conoscenti, è un affanno e un’angoscia continui.
Di fronte a questo dramma sociale occorre riprendere gli insegnamenti del novecento, per un riscatto economico, sociale e politico degli ultimi che tornano ad essere proletariato più di prima. Il novecento ha insegnato che non ti regala niente nessuno, che bisogna conquistarsi tutto, dal pezzo di pane fino ad una società dove lo sfruttamento e la disoccupazione siano cancellati.
Poche chiacchiere e tutti insieme nella stessa direzione, ci occorrono subito, quanto prima almeno, tre cose: organizzazione, l’ unità degli ultimi, la lotta di tutti.
Una strada difficilissima nel momento di massima crisi del capitalismo e di disarticolazione di ciò che è stato il Movimento operaio del novecento, ma la strada è questa e non ce ne sono altre, per questo siamo decisi a spendere tutte le nostre energie per convincere e far capire a chi oggi vive la disperazione o è precipitato nella delusione che insieme possiamo fare cose importanti.
Incontriamoci per costruire insieme un COMITATO DI DISOCCUPATI E PRECARI DEL LAVORO A SPOLETO.
LUNEDI’ 22 FEBBRAIO ore 18 alla CASA ROSSA via XIV giugno 26 Spoleto