“Cari ambientalisti, ora chi ci ripaga dei danni che avete fatto?”. Al termine della prima giornata venatoria generale in Umbria, dopo i provvedimenti del Tar, il presidente della Libera Caccia dell’Umbria, Lando Loretoni, pone questo quesito, provocatorio a chi ha bloccato per due giornate la caccia alla maggior parte delle specie.
“Innanzi tutto – afferma Loretoni – un danno a noi cacciatori, che di solito siamo visti come i ‘dannefici’. E che invece ci ritroviamo a subire limitazioni e ingiustizie. Anche attraverso tentativi come quello fatto con il ricorso presentato dagli ambientalisti, furbescamente depositato poco prima della mezzanotte, così da non consentire un giudizio con contraddittorio, e impedire quindi ai cacciatori e alla Regione di rappresentare le proprie argomentazioni. Tanto più – evidenzia il presidente della Libera Caccia – che il Calendario venatorio era stato elaborato dai tecnici della Regione in modo prudente, secondo una interpretazione anche restrittiva delle normative europee e nazionali. Anche se predisposto in ritardo rispetto alle aspettative delle associazioni venatorie. E nonostante questo, ancora una volta si è cercato di fare lo sgambetto a 27mila cacciatori umbri. Sulla base di argomentazioni pretestuose, come aveva evidenziato anche l’avvocato della Libera Caccia, Marzio Vaccari, e come finalmente riconosciuto dai giudici del Tar dell’Umbria”.
Cacciatori danneggiati nella passione e nel portafoglio, evidenzia il presidente della Libera Caccia: “Ingiustamente i cacciatori umbri sono stati di fatto privati di due giornate di caccia, la loro legittima passione. Ma soprattutto sono stati costretti a vivere giornate di incertezza e timori. Persone che avevano programmato le ferie e i loro impegni in vista di un’apertura che invece, limitata al solo colombaccio e a poche altre specie, è stata ingiustamente ritardata di una settimana”.
Loretoni stigmatizza le attività tese a limitare i diritti dei cacciatori, nel tentativo di scoraggiarne la passione. Cacciatori che in Umbria, ricorda, “in questa estate già si sono ritrovati improvvisamente bloccati i tradizionali sistemi di pagamento, dovendo ricorrere a al PagoPa che comporta un maggior esborso per noi e un minor introito per la Regione”.
A proposito di tassazione, Loretoni ricorda che i cacciatori umbri versano circa 4,5 milioni di tasse di concessione governative e 2,2 milioni alla Regione.
“Ricordo poi che la caccia – aggiunge Loretoni – oltre ad essere un elemento della storia e della cultura del nostro territorio, e una tradizione che si tramanda da generazioni, crea un indotto economico, tra produzione e vendita di armi da caccia e munizioni, accessori, abbigliamento, allevamento cani, turismo venatorio, di quasi 120 milioni di euro nella sola Umbria. Un elemento che, di questi tempi – conclude il presidente umbro della Libera Caccia – non può certo essere secondario”.
“E allora – conclude Loretoni – chi ripaga ora gli umbri, non solo i cacciatori, del danno causato da quest’ennesimo attacco pretestuoso e privo di fondamento?”.