Cronaca

Carcere di Terni, sindacati lanciano allarme “Una residenza protetta per criminali”

“Una residenza protetta per criminali” – senza giri di parole il segretario regionale Ugl Umbria, Roberto Perfetti e Roberto Poli del Sinappe/Sippe Polizia Penitenziaria, definiscono così la situazione nel carcere di Terni. Secondo quanto scrivono i due: “La Casa circondariale di Terni è diventato un ricettacolo indiscriminato di detenuti di vari clan. L’arrivo a Terni degli As3 e il conseguente accorpamento del Provveditorato dell’Umbria con la Toscana ha consentito al Dap di trasferire e contaminare tutti gli istituiti della regione Umbria. Una situazione inverosimile e paradossale, la struttura di Terni considerata un carcere di media sicurezza riceve quotidianamente detenuti di tutte le tipologie, dai comuni fino ai 41bis passando per gli As3, As2 e Protetti. Promiscuità nel reparto accoglienza e sicurezza minima con personale insufficiente in ogni padiglione. L’Ugl da tempo ha posto il problema all’attenzione di tutti, la contaminazione del territorio e il turismo carcerario, una gestione difficile da contenere per tutte le forze dell’ordine e soprattutto da parte della Polizia penitenziaria, che con personale esiguo si occupa con ottimi risultati anche dell’attività di polizia giudiziaria. Le traduzioni sono aumentate a dismisura e l’evasione dall’ospedale di Terni, con personale sotto organico e tipologie di detenuti diversi, prontamente sventata, è passata in secondo piano. L’aspetto intramurario è fondamentale, la mancanza del personale viene giornalmente superata con turni superiori al lavoro ordinario mentre all’esterno la contaminazione del territorio è sotto gli occhi di tutti. Il territorio è permeato, il turismo carcerario e le attività commerciali che aprono e chiudono generano un problema sociale ed economico. Le istituzioni intervengano, non è stato fatto prima e ne tantomeno lo si sta facendo adesso. La sicurezza dei cittadini va preservata, la cittadinanza ternana non merita questa contaminazione con trasferimenti di detenuti senza criterio”.