Lu. Bi.
C'è stata oggi la visita al carcere di Terni del presidente del consiglio regionale Eros Brega e i consiglieri Sandra Monacelli, Raffaele Nevi, Alfredo De Sio e Orfeo Goracci per fare un punto sulla situazione dei lavoratori all'interno della casa circondariale. All'incontro erano presenti lavoratori, sindacati e il comandante della guardie carcerarie, Fabio Gallo, per discutere dell'imminente apertura del secondo padiglione di Vocabolo Sabbione che ospiterà altri 200 detenuti oltre ai 350 già presenti nella struttura ternana. Attualmente il numero delle guardie è insufficiente per far fronte alle nuove esigenze del carcere; sono 180 unità divise in 3 turni, alle quali si sono aggiunti altri 34 agenti degli 88 chiesti.
“Il numero degli agenti – ha detto il comandante Gallo – non è al momento adeguato per controllare il nuovo padiglione che avrà 4 piani. Abbiamo perciò chiesto l'apertura momentanea soltanto del primo piano. Per far fronte al poco personale disponibile – ha aggiunto Gallo – abbiamo introdotto un'innovazione come quella della sorveglianza dinamica, che utilizza sistemi di sorveglianza con telecamere invece della classica sorveglianza a vista”.
Allo stato delle cose il presidente del consiglio regionale, Eros Brega, si è impegnato ad intervenire in modo concreto per risolvere il problema: “Pur non avendo una competenza diretta sull'amministrazione penitenziaria, unendo le forze delle istituzioni, delle guardie carcerarie e dei loro rappresentanti sindacali, possiamo portare all'attenzione del Governo un “Piano Umbria”, come avviene per le crisi delle grandi aziende. Il consiglio regionale intanto nominerà un garante e cercherà di intervenire negli ambiti dove è competente, come la sanità e il sociale”.
Orfeo Goracci (Prc) ha ricordato la sua esperienza in carcere dicendo che: “non esiste di un secondino cattivo, ma personale umano e sensibile che spesso si trova in grandi difficoltà operative”.
De Sio (Pdl) ha invece invocato l'intervento delle istituzioni governative presenti sul territorio, come la Prefettura.
© Riproduzione riservata