Il carcere di Capanne ospita un numero inferiore di detenuti rispetto agli anni precedenti: sono ad oggi 315, mentre nel 2013 erano 560, e 439 nel 2014. Dati importanti che sono stati resi noti durante le celebrazioni per la fondazione della polizia penitenziaria, alla presenza del direttore della struttura penitenziaria, Bernardina di Mario.
Quello di Perugia – è stato detto – è un carcere che “ha raccolto le sfide del cambiamento per superare un modello di detenzione sostanzialmente caratterizzata da passività e segregazione, in favore di nuovi percorsi di rieducazione e reinserimento sociale”.
“La popolazione detenuta in questo istituto – ha detto la Di Mario – è progressivamente diminuita per effetto degli interventi normativi. Gli stessi hanno determinato anche una radicale trasformazione: su 315 detenuti 211 sono condannati con sentenza definitiva”.
Parlando dei cambiamenti del modello di detenzione, il direttore di Capanne ha spiegato che la cella è il “luogo del pernottamento” in quanto le giornate sono impegnate da progetti ed attività sociali. “La recente cena Golose evasioni – ha aggiunto – è la prova di integrazione e coesione nel tessuto cittadino”.
“Determinante – ha sottolineato la Di Mario – l’intervento della magistratura di sorveglianza che ha sempre ampiamente condiviso e sostenuto i tanti progetti che hanno portato ad una diminuzione nelle richieste di farmaci ansiolitici da parte di detenuti, riduzione dei fenomeni di autolesionismo, aggressioni e scioperi della fame”.
“Il personale di questo istituto – ha sottolineato infine Bernardina Di Mario – ha dimostrato concretamente di essere consapevole che il cambiamento poteva passare solo attraverso le loro azioni, comportamenti, professionalità e umanità, ancor prima dell’intervenuta sentenza della Corte europea”.