Depositati gli elementi che hanno portato i giudici di Lima ad emettere la pesante sentenza nei confronti del fotografo di Castiglione
Sono state pubblicate in Perù le motivazioni della condanna a 16 anni di reclusione, in primo grado, per il fotografo di Castiglione del Lago, Riccardo Capecchi, accusato di traffico internazionale di droga. E condannato insieme ad altre otto persone, di cui quattro italiane. Solo il 43enne di Castiglione del Lago, però, è rimasto in Perù, dove ha anche scontato 9 mesi di reclusione preventiva.
Per i giudici peruviani tre sono le prove che dimostrerebbero la colpevolezza del fotografo e il suo pieno coinvolgimento nel traffico di droga che aveva portato, nel 2019, al sequestro di 291 kg di cocaina.
I giudici, nelle motivazioni della sentenza, ricordano come Capecchi fosse ospite di uno dei trafficanti. Uno dei mezzi noleggiati dalla presunta organizzazione criminale era stato noleggiato a suo nome. Infine, i giudici non ritengono credibile la tesi di Capecchi, di trovarsi in Perù perché ingaggiato per svolgere attività professionale da fotografo.
Il legale di Riccardo Capecchi, secondo quanto comunicato alla Tgr Umbria, annuncia che sta lavorando al ricorso in appello. Evidenziando come il mezzo intestato al suo assistito non si trovasse nel garage dove era stata trovata la droga, né su di esso sono state trovate tracce di cocaina. Inoltre, ribadisce il fatto che Capecchi fosse in Perù soltanto per svolgere l’attività di fotografo.