Caos vaccini anti Covid per gli avvocati in Umbria. Con gli ultimi giorni vissuti tra richieste, polemiche, accelerazioni, fino al dietrofront della Regione.
Uno stop deciso dopo il cambio voluto da Roma, con la decisione del commissario nazionale all’emergenza Covid, generale Figliuolo, di togliere alle Regioni la possibilità di introdurre altre categorie da vaccinare con priorità, oltre a quelle (addetti della sanità, forze dell’ordine e armate, personale dell’istruzione) indicate nel piano vaccinale del Governo. Al quale ha fatto riferimento in mattinata anche il premier Draghi (video).
L’Umbria aveva inserito il comparto Giustizia tra quelli da garantire in fretta contro il Covid. E allora, via libera alle vaccinazioni a magistrati e personale degli uffici. Scatenando, a quel punto, la protesta degli Ordini degli avvocati di Perugia, Terni e Spoleto. Azione che aveva sortito l’effetto sperato: vaccinazioni prioritarie anche per gli avvocati. Insieme agli assistenti sociali ed al personale delle onoranze funebri.
Categorie, però, aggiunte come riserva, almeno nella fase iniziale. Con prevedibili disguidi. Che puntualmente si sono verificati domenica, quando da vari punti vaccinali sono stati chiamati gli avvocati disponibili a farsi vaccinare subito nel caso di defezioni tra le altre categorie. Solo che in alcune zone, come nell’Alto Tevere e nell’Assisano, si è passati attraverso le liste dell’Ordine.
Al punto vaccinale di Ponte d’Oddi a Perugia, invece, sono stati chiamati gli avvocati conoscenti. “Ho agito in buona fede, per non sprecare le dosi di vaccino disponibili” si è giustificata la responsabile del punto vaccinale nell’inchiesta interna aperta dalla Usl. Spiegazioni contenute in una relazione che è stata comunque inviata all’Ufficio procedimenti disciplinari.
La vicenda ha fatto infuriare numerosi avvocati. Che si sono chiesti con quale criterio venissero effettuate le chiamate per le vaccinazioni. Anche perché, nel frattempo, gli Ordini di Terni e Spoleto avevano inviato una comunicazione ai propri iscritti per raccogliere le disponibilità a vaccinarsi. Qualcuno, da Perugia, ha anche minacciato di segnalare il tutto alla Procura della Repubblica.
Nel frattempo gli echi delle lamentele umbre – così come quelle di altre zone d’Italia dove le Regioni avevano individuato le proprie categorie essenziali da aggiungere a quelle indicate dal Ministero – sono arrivati a Roma. Dove il generale Figliuolo stava preparando l’invio di proprie persone di fiducia per uniformare le modalità di vaccinazione e accelerare in quei territori dove le operazioni stanno procedendo a rilento.
La governatrice Tesei martedì pomeriggio ha riunito la sanità regionale che da due giorni sta lavorando ad aggiornare il piano vaccinale umbro alle nuove indicazioni giunte da Roma. Nuovo piano che sarà presentato venerdì, alla luce delle nuove dosi di vaccino che arriveranno in Umbria e, appunto, delle nuove modalità indicate dal Governo (aggiornamento ore 19.50).
Intanto però martedì sera alcuni avvocati avevano ricevuto una e-mail dalla Regione con il link al portale dove poter prenotare online le vaccinazioni. Mail che però non è arrivata a tutti. Scatenando diffidenza e ulteriori polemiche. E-mail che nella mattinata di mercoledì è giunta poi a molti altri avvocati. Alcuni si sono precipitati a prenotare il proprio turno di vaccinazione. Operazione andata a buon fine, con l’indicazione di data e orario in cui presentarsi al punto di vaccinazione scelto.
Ma a metà mattinata non è stato più possibile prenotare le vaccinazioni. Si è pensato ad un problema tecnico legato alle eccessive richieste. Continuando a provare a collegarsi.
Alle 12 di questa mattina il commissario Covid per l’Umbria, Massimo D’Angelo, ha comunicato di aver dato mandato di sospendere, “con effetto immediato“, la possibilità di prenotare le vaccinazioni mediante AstraZeneca “per tutte le categorie dei servizi essenziali“. Essenziali secondo le valutazioni fatte dalla Regione Umbria, ovviamente. Quali gli operatori delle onoranze funebri e, appunto, gli avvocati.
Ora, invece, si prosegue con il piano nazionale. Procedendo, oltre che in base all’età, con il personale docente e non docente di scuole e università (ne mancherebbero più di 10 mila all’appello), forze armate, personale di polizia e servizi penitenziari.
Con buona pace, dunque, degli avvocati a cui è stato “staccato” l’accesso al portale quando l’agognata prenotazione sembrava a portata di click. E che ora saranno gli unici, nel comparto Giustizia, a non essere vaccinati.
C’è però anche chi ha fatto in tempo a conseguire la prenotazione già per i prossimi giorni. Ed è ora in attesa di una comunicazione per sapere se l’appuntamento è confermato e se sarà annullato o posticipato, in attesa che si faccia chiarezza.