Tre, quattro mesi di tempo per avere un farmaco cannabinoide. Tempi lunghi per i malati, ma molto meglio che in passato. E con la prospettiva di un miglioramento. E quanto ha spiegato l’assessore regionale alla Sanità Luca Barberini,rispondendo ad un’interrogazione presentata dai consiglieri Solinas e Rometti. In particolare Solinas e Rometti hanno chiesto alla Giunta “quali misure intende adottare per sopperire alla ormai cronica carenza di farmaci cannabinoidi, comprese quelle idonee a garantire la produzione, previste dal Ministero della Salute, l’Istituto Superiore della Sanità e l’Agenzia Italiana per il Farmaco, al fine di autorizzare in Umbria la produzione in istituti diversi dallo Stabilimento Chimico Farmaceutico militare di Firenze”.
Inoltre, nell’atto si domanda all’Esecutivo di Palazzo Donini “se ha stipulato convenzioni con i centri e gli istituti autorizzati alla produzione e alla preparazione dei farmaci cannabinoidi, e se ha avviato azioni sperimentali o specifici progetti pilota con altri soggetti autorizzati a produrre farmaci cannabinoidi”.
L’assessore Barberini ha assicurato la convinzione dell’Assessorato circa “l’utilità dei farmaci cannabinoidi in determinati aspetti che devono però essere intrecciati tra normative nazionali e regionali. Il decreto ministeriale del 9 novembre 2015 stabilisce le funzioni di organismo statale per la cannabis individuando nello Stabilimento Chimico Farmaceutico militare di Firenze il luogo di coltivazione e produzione della sostanza attiva“.
Per assicurare la disponibilità di cannabis ad uso medico sul territorio nazionale e per garantire la continuità terapeutica dei pazienti, “il Ministero – ha proseguito Barberini – può autorizzare l’importazione di quote di cannabis da conferire allo stabilimento fiorentino per trasformazione e distribuzione alle farmacie. La coltivazione di ulteriori quote di cannabis, può essere individuata con decreto ministeriale. Quindi la produzione può essere effettuata dallo stabilimento di Firenze, possono essere attivate le importazioni curate dallo stesso Stabilimento, ma anche dalle farmacie. Nessun altro stabilimento può effettuare produzione se non autorizzato dal Ministero della salute. Ad oggi non esiste nessun altro soggetto in grado di produrre il farmaco. La difficoltà si registra dunque perché lo stabilimento di Firenze non riesce a rispondere puntualmente ed efficacemente ai bisogni che si stanno manifestando“.
Un gap che ad oggi non viene colmato neanche dalle importazioni provenienti dall’Olanda e dal Canada. “Il sistema – ha detto ancora Barberini – si sta tuttavia resettando puntando ad un miglioramento”. Oggi l’evasione dell’ordine è possibile appunto in 3-4 mesi. È stato potenziato lo stabilimento di Firenze ed è stata facilitata l’importazione di prodotti. “E nei prossimi mesi, questo – afferma l’assessore – dovrebbe ridurre ulteriormente il gap tra la richiesta dai servizi sanitari regionali e l’effettiva evasione dell’ordine”.
Rometti ha invitato l’assessore, in sede di conferenza Stato-Regioni, a prevedere azioni “per intervenire su una situazione che, seppure migliorata, risulta ad oggi una richiesta molto forte per questo tipo di farmaci”.