Il canile comprensoriale di Ferratelle è tornato al centro di un ampio e articolato confronto tra cittadini e amministrazione comunale, anche riguardo alle problematiche di prevenzione legate agli abbandoni e alla microcippatura dei cani, obbligatoria per legge.
Erano presenti per il Comune (proprietario della struttura comprensoriale che accoglie animali randagi di Gubbio e dei Comuni della fascia, Scheggia-Pascelupo, Sigillo, Costacciaro e Fossato di Vico), il sindaco e l’assessore competente, per la Comunità montana Alta Umbria (che gestisce la struttura) il liquidatore Mauro Severini, per la Usl Umbria 1 (che si occupa della parte sanitaria) il veterinario Norberto Quadraroli. All’incontro anche varie associazioni, dall’Enpa e Animal mind, e i volontari, che negli ultimi tempi hanno dato vita a molte adozioni soprattutto di cani anziani e con problematiche sanitarie.
Il sindaco ha voluto fare chiarezza rispetto alle polemiche che in questo periodo, soprattutto sui social, hanno riguardato le condizioni generali degli ospiti del canile e della struttura stessa, informando i presenti anche sulle misure intraprese per migliorarne alcuni aspetti: “Siamo disponibili ad un confronto sereno e costruttivo, in quanto moralmente e legalmente responsabili, con quanti vogliono assicurare il proprio impegno per migliorare la situazione, ma non possiamo accettare che venga strumentalmente demolita l’immagine di una intera città e di una gestione corretta e sottoposta a verifiche anche da parte di organi di vigilanza. Intensificheremo le azioni di sensibilizzazione nei confronti del mondo sociale e associazionistico e nelle scuole, affinchè vengano promosse le adozioni e siano scoraggiati gli abbandoni“.
Sta partendo ora una iniziativa della Famiglia dei Santantoniari, che comprende anche una ‘lotteria’ per raccogliere fondi e apportare migliorie. Va ricordato che il Comune di Gubbio partecipa alla gestione del canile con uno stanziamento di circa 75 mila euro mentre gli altri Comuni ne investono circa 25 mila. Tali somme sono stabilite sulla base della popolazione residente e non sulla base dei cani presenti
L’assessore con deleghe alle opere pubbliche e alle manutenzioni ha annunciato uno stanziamento nel bilancio comunale di circa 30 mila euro per alcuni interventi migliorativi della struttura del canile, costruita in due tempi diversi a partire dagli anni ‘70/’80; in particolare si interverrà per ampliare la parte di ambulatorio medico, creare un pozzo per l’approvvigionamento idrico e attivare un impianto di riscaldamento nei mesi più freddi. Per quanto riguarda la gestione, attualmente in regime di prorogatio alla Comunità montana, non è escluso, alla luce delle novità introdotte dalla legge, il ritorno alla gestione comunale.
Dal canto suo, Severini ha confermato la più ampia collaborazione e assicurato la trasparenza negli atti e nei procedimenti adottati. La Comunità montana assolve ai compiti quotidiani pulizia, alimentazione e sgambatura tramite un addetto dell’Afor – Agenzia Forestale Regionale. Come ha riferito il numero dei cani attualmente ospitati sono 96, 15 nel sanitario (di cui 6 cuccioli) e 81 nel rifugio. Nel corso del 2017 sono state effettuate 129 adozioni, grazie al lavoro dei volontari.
Il veterinario Quadraroli ha insistito sulla necessità di una prevenzione che sconfigga l’abbandono dei cani, attraverso una microcippatura e sui controlli nel territorio, attraverso la maggior applicazione delle regole dell’anagrafe canina, ricordando l’obbligo di denuncia di cucciolate e la sterilizzazione programmata. Un richiamo finale è stato fatto sulla necessità di un maggior impegno da parte dei soggetti coinvolti, pubblici e privati, verificando anche una maggiore presenza di custodia.