Dai territori mugugni per la trazione altotiberina delle liste | Sfide uninominale, si attende di sciogliere il nodo alleanze
E’ praticamente quasi pronta la lista che dall’Umbria il segretario Tommaso Bori porterà al segretario Enrico Letta per le possibili liste del Pd alle elezioni del 25 settembre. Proposta che sarà completata questa settimana, dopo un ultimo giro di passaggi.
Liste a trazione tifernate
Con la Direzione nazionale che avrà poi l’ultima parola. Così come ha avuto la prima parola. Con la scelta di valorizzare coloro che hanno incarichi di primo piano nel partito. Anche con la concessione di deroghe ai mandati, se necessario. Un’indicazione che ha portato ad indicare come capilista il tesoriere e terza carica del partito, Walter Verini, per il senato, e la vice presidente dell’Assemblea nazionale (e sottosegretario allo Sviluppo economico) Anna Ascani alla Camera. Due tifernati con biglietto sicuro per il ritorno a Roma, dunque. Con diversi territori che però rivendicano un cambio, in ragione di quella “territorialità” che è uno dei quattro cardini su cui si dovrebbero costruire le liste. L’unica possibilità per cambiare l’assetto a trazione tifernate delle due liste umbre è solo quella di dirottare Verini in un collegio fuori dai confini regionali. Difficile, al momento, con il taglio dei posti determinato dalla riforma costituzionale.
Sereni saluta e spinge Rossi
Altrimenti la “territorialità” sarà garantita con i riempitivi. Con questi posti in lista, cioè, che a meno di miracoli usciti dalle urne non si possono tradurre in seggi. L’unico posto che consente almeno di sperare è il secondo nella lista della Camera. Quello dietro alla Ascani. Per il quale, come anticipato da Tuttoggi, Marina Sereni spinge per il medico ternano – già parlamentare e assessore regionale – Gianluca Rossi. Certo, anche partendo da quella casella privilegiata la corsa verso Roma appare molto ardua.
Proprio Marina Sereni, con un post, ha pubblicamente annunciato quanto già riferito nel vertice ternano: non sarà della partita. Una decisione già comunicata alla Segreteria nazionale del partito. Del resto, lei non aveva preso parte neanche all’ultima corsa per il Parlamento, ritrovandosi però nel corso di questa “pazza legislatura”, come lei l’ha definita, vice ministra degli Esteri con Conte e poicon Draghi. Lei assicura che lavorerà comunque per spingere il Pd in questa campagna elettorale. E, come visto, ha già iniziato a farlo, facendo valere tutto il suo peso all’interno del partito.
Il segretario umbro Tommaso Bori, commentando l’annuncio di Marina Sereni, parla di scelta dettata da “grande responsabilità, senso di comunità e generosità”. E la ringrazia “per aver rinnovato il suo impegno” a fianco del Pd “in tempo complicato”. Tempo in cui in molti annunciano sostegno al partito, ma senza voler accettare una sfida che, nonostante gli annunci del segretario Letta, al momento, sondaggi alla mano, appare proibitiva.
Le sfide dell’uninominale
Certo, rispetto a ritrovarsi a contribuire al riempitivo nelle liste, tanto vale provare in una delle tre sfide umbre all’uninominale. Difficile, certo. Ma magari, confidando in un rigurgito dell’ex Umbria rossa… All’uninominale, però, ci si mette la faccia, pesantemente. Con tutte le conseguenze del caso di fronte a un flop. Ma per ora occorre attendere a Roma che si chiarisca, nelle prossime ore, il quadro ingarbugliato delle alleanze.