Il navigatore tifernate ha toccato la 1^ tappa del lungo viaggio per stabilire il record di traversata atlantica con la barca a vela più piccola al mondo | Tanti imprevisti tra onde di 4 metri e una brutta caduta sopra il timone, in questi giorni gli accertamenti medici per capire se proseguire
Alessio Campriani ha raggiunto domenica scorsa (13 novembre) la sua prima tappa, le Isole Canarie, dopo 9 giorni di navigazione in solitaria.
Il navigatore di Città di Castello era partito da Lagos (Portogallo) venerdì 4 novembre, a bordo della Pinky I, la barca per la navigazione d’altura oceanica più piccola al mondo (appena 5 metri), con cui vuole tentare di stabilire il record di traversata atlantica intercontinentale Europa-America arrivando fino a Guadalupa, nei Caraibi (si stimano ben 30 giorni di navigazione).
Lunga percorrenza in vela con disabile, è record del mondo per Campriani e Malerba
I primi giorni sono stati davvero complicati a causa di una terribile bonaccia (mare calmo e senza vento) anche se con un’onda di 4 metri provocata da un’intensa perturbazione. Il team di supporto ha inviato costantemente tramite satellite le informazioni meteo per consentirgli di arrivare in zone con maggiore ventilazione ma al momento difficili da raggiungere a causa della mancanza di propulsione (l’imbarcazione non ha motore).
Ricorrendo a particolari regolazioni delle vele in modo da sfruttare al meglio i pochi refoli di vento, Alessio è purtroppo caduto sopra la barra del timone riportando una forte contusione al bacino, provocando la rottura della barra stessa. Con un intervento di fortuna ha riparato temporaneamente il timone ma l’infortunio gli ha complicato i piani, soprattutto con la conseguente difficoltà nel manovrare le vele.
Ennesimo record per Alessio Campriani, completata la traversata in solitaria dell’Oceano
Fortunatamente dopo qualche ora almeno il problema tecnico è stato risolto, permettendogli di riprendere la rotta verso le Canarie grazie anche all’ingresso di un vento proveniente da Nord che lo ha spinto nella rotta voluta e portandolo a destinazione. In questi giorni Alessio si sta sottoponendo a controlli medici a causa del trauma riportato, che tuttavia non gli ha impedito di portare a compimento con successo questa prima incredibile impresa.
La barca a vela di Campriani (nella foto dopo i movimentati 9 giorni di navigazione), lunga 5 metri e pesante 690 kg, è stata realizzata artigianalmente a Città di Castello grazie al lavoro di tanti Soci del Circolo Velico Centro Italia e del Circolo del Remo e della Vela. Un progetto tecnologico ambizioso, tra tradizione ed innovazione. La barca non è abitabile: non ha cabina né bagno né zona cottura. Non è dotata di spazi vivibili al coperto ad eccezione di una cellula di sopravvivenza di 1 metro quadrato, utilizzabile solo per situazioni di emergenza.