Si è riunito ieri pomeriggio (lunedì 20 febbraio) il Consiglio comunale aperto sul Camping “La Montesca”, richiesto dall’intera minoranza (Castello Cambia, Lega Nord, Tiferno Insieme, Fratelli d’italia, Forza Italia e M5S). Presenti alla seduta straordinaria molti campeggiatori stanchi di non avere certezze sul futuro della struttura, chiusa ormai dal 2015.
I fatti – Assegnata sulla base di un bando della Agenzia Forestale della Regione Umbria (Afor) a Michele Marconi, la struttura è rimasta chiusa perché, secondo la documentazione prodotta dal gestore, vi sono situazioni di non conformità riguardanti impiantistica, strutture, assetto idrogeologico e sismico. I campeggiatori tifernati, molti dei quali stagionali da oltre 30 anni, da allora si sono mobilitati perché riapra e per riaffermare la regolarità di tettoie e manufatti apposti alle roulotte, per le quali gli utenti sono stati anche denunciati per “abusivismo”.
Durante il dibattito, durato oltre 3 ore, è emersa la volontà, da parte della maggioranza, di “comporre gli interessi e riaprire il camping prima possibile”. L’opposizione ha invece puntato il dito contro le responsabilità delle istituzioni. Tra le soluzioni più condivise la necessità di una gestione diversa per evitare il declino già avanzato della struttura e l’introduzione di un approccio imprenditoriale e non “sociale”, per permettere ai campeggiatori storici di riappropriarsi delle loro piazzole in condizioni di piena regolarità e sicurezza.
“Abbiamo più volte chiesto chiarimenti per scongiurare il prolungamento della chiusura ma l’assessore non ha mai risposto né ha rispettato l’impegno di tenerci informati. – ha esordito il consigliere di Castello Cambia e proponente dell’ordine del giorno Vincenzo Bucci – Sappiamo che sono stati effettuati incontri con Afor e campeggiatori ma il Consiglio è stato tenuto all’oscuro. I campeggiatori sono stati trattati come abusivisti e denunciati dall’Amministrazione. Non si può scaricare colpe sui cittadini, gestendo la vicenda in modo muscolare, che tra l’altro allontana un esito favorevole a tutti. Verificheremo la regolarità delle condizioni e delle strutture. Mi auguro che questa sera vengano indicazione soluzioni per superare l’empasse”.
Prima dei consiglieri sono intervenuti due rappresentanti dei campeggiatori. Il primo di questi, Luigi Buriani, ha lanciato un appello al Consiglio per salvare e riaprire prima possibile il camping: “Abbiamo creduto ad Afor e Amministrazione che prima delle elezioni avevano garantito l’apertura per l’estate 2016. Sono 30 anni che il campeggio è punto di riferimento per tifernati e stranieri, oggi è chiuso e in degrado. Non abbiamo potuto neppure effettuare la manutenzione delle strutture private, mentre invece alcuni consiglieri comunali hanno potuto accedervi in vista dell’assise odierna”.
Stiamo subendo le conseguenze di atti degli stessi uffici che ci avevano autorizzati. Non vogliamo sanatorie, non abbiamo fatto abusi. Siamo pronti a legarci alle casine e alle roulotte e a denunciare a livello nazionale la questione
L’altro campeggiatore intervenuto, Giovanni Spelli, ha ripercorso la storia del camping, che “dal 1975 è stato salvaguardato dalle battaglie dei campeggiatori. Purtroppo il succedersi di gestioni annuali, ha provocato il degrado che ha costretto il gestore Marconi a chiudere per motivi di sicurezza, anche a causa delle strutture private, a tutti note e sulle quali nessuno ha mai sollevato rilievi. Nonostante questo siamo stati denunciati tutti”.
“La situazione ci è nota dall’agosto scorso – ha detto l’assessore all’Urbanistica Rossella Cestini – e ci siamo adoperati per trovare un punto di accordo con tutti gli interessati. Gli uffici, nel frattempo, si sono attivati per il controllo di documentazione e strutture. A novembre ci siamo aggiornati con i campeggiatori per visionare la documentazione dalla quale è derivata la denuncia come atto d’ufficio. A fine dicembre sono state individuate irregolarità su casette e tettoie, non coperte da autorizzazioni ufficiali o non conformi alle prescrizioni del vincolo ambientale. Abbiamo lavorato perché gli interessi di tutti fossero tutelati. Ora dobbiamo trovare una soluzione per riaprire prima possibile. Le gestioni, annuali, stavano causando problemi e avrebbero dovuto essere superate comunque. L’Amministrazione comunale non ha fatto prove di forza ma di dialogo, ponderando a lungo per potere aiutare i campeggiatori e chi doveva investire” .
“Le casine e le tettoie ci sono dal 2007, perché ve ne accorgete nel 2017?” ha chiesto il capogruppo del Movimento Cinque Stelle Marco Gasperi, “Vorrei sapere chi paga i campeggiatori e l’investimento dell’attuale gestore”.
“Sono campeggiatore e so cosa vuol dire – ha detto Vittorio Morani (Psi) – Dobbiamo trovare soluzione indolore. Se anche nel 2017 il campeggio non aprisse Regione e Afor devo riprendere in mano la gestione. Ricorrere alla magistratura è un errore”.
Il capogruppo della Lega Nord Riccardo Augusto Marchetti ha ribadito la “responsabilità politica di chi non si è accorto delle irregolarità. La magistratura ormai non si può fermare. Dobbiamo tutelare anche la parte chi ha fatto l’investimento, che ha tutto l’interesse a riaprire”.
Gaetano Zucchini, capogruppo Pd, ha dichiarato di condividere i “valori della socialità del campeggio, ma a ‘La Montesca’ da anni c’era malumore per la gestione. Troppe volte ho sentito parlare di abusivismo: è un’accusa da verificare. Bisogna risolvere la questione con il buon senso. Non dobbiamo dipingere l’Amministrazione come persecutrice. Bisogna inoltre verificare con Afor la situazione, riaprire e portare avanti il piano industriale parallelamente alle operazioni di sanatoria”.
Andrea Lignani Marchesani, capogruppo di Fratelli d’Italia, ha fatto un’analisi più “realista”: “Il mondo del campeggio La Montesca, fatto di socialità e relazioni informali, è finito, perché deve essere gestito con criteri imprenditoriali per rispettare le norme di sicurezza. A suo tempo chi ha dato l’autorizzazione ad ampliare le strutture private l’ha fatto con leggerezza e questo non assolve i campeggiatori. Faccio appello al gestore di distendere gli animi e ai campeggiatori di comprendere che quella stagione è finita”.
“Dietro la vicenda del campeggio c’è una modo di fare politica con la ‘pacca sulla spalla’ – ha detto Cesare Sassolini, capogruppo di Forza Italia – oggi non è più possibile farlo. Chi promette di non vedere per avere il voto, mette il cittadino a repentaglio, come in questo caso. Se ci sono delle mancanze da parte dei campeggiatori, dall’altro c’è la responsabilità di chi doveva controllare e consigliare ma non l’ha fatto. La denuncia è stato un atto vigliacco. L’Amministrazione deve ammettere le sue responsabilità e tutelare i campeggiatori”.
“Abuso edilizio è la trasformazione illecita di uno spazio urbanistico, senza autorizzazione. – ha detto Luciano Tavernelli (Pd) – In senso letterale non si è verificato abuso al camping La Montesca. Dobbiamo invece verificare la regolarità delle strutture. Già nel ‘94 la legge regionale autorizzava tipologie come le tettoie e le casette per un 20% delle piazzole. Non ci sono irregolarità perché l’autorizzazione del dirigente era circoscritta ai termini della legge. Regolarizziamo dove c’è bisogno, abbassiamo i toni e apriamo immediatamente il campeggio”.
Ad intervenire dopo Tavernelli è stato Michele Marconi (nella foto principale a sinistra), attuale affidatario della convenzione per la gestione del campeggio ‘La Montesca’, che ha precisato di non essersi rivolto alla magistratura ma ad Afor:
Ho fatto presente che gli impianti elettrici, la cucina del ristorante e la piscina non erano a norma. Alcuni campeggiatori sono vittime come me. La realtà e che ci sono abusi derivati da situazioni che non commento e non possono prendermi la responsabilità di aprire. Che gli impianti non siano regolari lo certifica il Comune dicendo che ci sono evenienze di sicurezza generale, idrogeologica e sismica. I consiglieri venuti a controllare hanno visto il degrado del tempo e le manomissioni: al proprietario del camping ho pagato oltre 21mila euro e nonostante questo non posso aprire
Valerio Mancini (Lega Nord), ha auspicato una presenza più frequente dei cittadini dentro l’aula del consiglio e invitato le istituzioni locali e regionali ad assumersi le proprie responsabilità: “Oggi parliamo apertamente della questione ma la soluzione deve trovarla chi comanda, mettendo in tempi rapidi intorno ad un tavolo proprietà, gestore, campeggiatori e istituzioni”.
Michele Morini, capogruppo di Tiferno Insieme, ha affermato: “Direi che dopo le parole di Marconi il ‘lodo abusivismo’ di Zucchini e Tavernelli sia caduto da solo. Ci sono tre attori: il gestore, che investe per sé e per tutti e deve farlo in sicurezza; i campeggiatori sono stati denunciati da chi gli ha permesso in passato di agire in libertà prima delle elezioni, ovvero l’amministrazione, prima comportatasi amichevolmente e poi in maniera politicamente vile e omertosa. Basta con lo scaricabarile. Il Comune, ha dimostrato di non sapere fare una politica all’altezza dei beni comuni”.
Il sindaco Luciano Bacchetta ha detto che “non c’è prova muscolare né via giudiziaria. Mi assumo le mie responsabilità quando ci sono. L’Amministrazione da anni chiedeva alla Regione di indire un bando annuale per gestione che non poteva svolgere in economia. Tale brevissima durata ha bloccato gli investimenti e i campeggiatori hanno cominciato a lamentarsi. Da qui l’Afor ha optato per un’ipotesi pluriennale. Noi imponevano tariffe sociali e la gestione non era appetibile ma su un periodo più lungo l’attività avrebbe potuto diventare remunerativa. In questo contesto è nata la richiesta di Afor per procedere alle verifiche sulle strutture che dovevano corrispondere ai criteri della autorizzazione, ‘temporanee e rimovibili’. Da qui in poi dobbiamo lavorare insieme, sperando che il gestore non si ritiri, proseguendo un dialogo che abbiamo già aperto e che non sarebbe stato un rappresentante della minoranza a certificare. Occorre buon senso per trovare una soluzione intelligente che tuteli gestore e campeggiatori. Dobbiamo tenere insieme le aspirazioni dei campeggiatori e un gestore disponibile ad investire, perché attualmente non ne esistono molti”.
“Speravo che dal consiglio emergesse una strada per riaprire il campeggio” ha concluso Vincenzo Bucci: “Questo campeggio è stato gestito sempre dall’Amministrazione comunale tramite Sogepu. Non avete coinvolto le minoranze: io ad esempio non conosco il piano aziendale. Il campeggio non riaprirà nei prossimi mesi: il punto è questo. Il tema deve tornare in commissione e il consiglio comunale riappropriarsi della questione”.
Bacchetta si è detto d’accordo sulla commissione con il gestore per illustrare il piano industriale: “La politica arriva fino a un certo punto: non possiamo pensare ad una gestione assembleare della struttura. Il nostro tentativo è mettere insieme gli interessi del gestore e quello dei campeggiatori. Una gestione politica dei costi del campeggio non è più pensabile ed è alla base delle difficoltà della struttura e del servizio”.