Tre call center specializzati in servizi di cartomanzia con sede a Perugia e uno con base a Bastia Umbra, che svolgevano attività telefonica a pagamento in tutta Italia tramite semplici centralinisti e senza avvalersi di personale specializzato in esoterismo, sono finite nel mirino della polizia di Perugia, in collaborazione con l’Ispettorato del Lavoro e il Nucleo dei carabinieri di quest’ultimo.
Le quattro società, per le quali lavorano un centinaio di dipendenti senza contare i collaboratori a domicilio e che fornivano consulti su amore, famiglia, lavoro, sul futuro in generale, sono sanzionate, per importi tra i 516 e i 300 euro. Violazione “prevista dal Tulps (Testo unico delle leggi di pubblica sicurezza) che vieta le attività di ‘ciarlatano’ basate sulla credulità’ della gente”, ha spiegato in una conferenza stampa il questore di Perugia, Francesco Messina, “prima del 1981 era un reato previsto dal codice penale, poi è stato depenalizzato e ridotto a sanzione amministrativa”.
Gli accertamenti sono stati avviati nel luglio scorso dopo che alcune delle dipendenti avevano chiesto l’intervento dell’ispettorato del lavoro lamentando il mancato pagamento di stipendi e Tfr nonché altre questioni contrattuali. Gli investigatori hanno tra l’altro accertato che alcuni degli addetti ricevevano incentivi per tenere al telefono il più possibile chi chiamava. Le verifiche sono comunque ancora in corso. Sia per quanto riguarda gli aspetti contrattuali dei dipendenti sia per eventuali altri profili di natura penale.
Le indagini hanno, però, anche risvolti di diritto penale. Due dei rappresentanti legali delle società, composte prevalentemente da persone residenti in Umbria, sono stati denunciati per non aver rispettato l’ordine di cessazione delle attività che aveva emesso proprio dal questore: “L’ordine non è stato rispettato nella sostanza. Almeno in due casi finora accertati, le attività proseguono dopo aver sostituito il termine ‘cartomanzia’ con ‘astrologia’”. Secondo il questore Messina “potrebbe sussistere anche il reato di truffa”, ma si tratta di un profilo ancora da approfondire.