A oltre due settimane dalla deadline per la nomina del presidente dell’Ente Calendimaggio che dovrebbe preparare le prossime tre edizioni della Festa, un nome ancora non c’è. Ma Parte de Sotto non ci sta a passare per la “cattiva” della situazione, e così, letta la lettera in cui la Nobilissima Parte de Sopra sollecitava il sindaco a prendere una decisione, come prevede lo Statuto, il Priore Maggiore Simone Menichelli prende carta epenna e mette i puntini sulle i, considerando l’intervento dei Mammoni “inopportuno, spiacevole e privo di fondamento”.
Secondo la versione dei “rossi”, “Nessuna delle candidature proposte dai de Sopra era, non dico accettabile, ma neanche da noi valutabile seriamente, in quanto gli stessi candidati proposti avevano tutti o preventivamente declinato l’invito o non erano neanche stati interpellati. Per quanto si cerchi di essere collaborativi e costruttivi, risulta quantomeno difficile ragionare sul nulla. Tant’è vero che, dopo un rifiuto della Parte de Sopra ad un nostro nome che si era reso disponibile (e questo ci può anche stare) l’unica figura sulla quale le due parti e il Sindaco stesso hanno potuto ragionare seriamente, è frutto di un’altra nostra proposta. Ragionamento purtroppo arenatosi per improrogabili impegni personali del diretto interessato e non certo per mancanza di collaborazione da parte nostra”.
Quanto all’infinita pazienza (scaduta) dei de Sopra, Sotto rileva che se “la pazienza fosse stata oggetto di giudizio in questi ultimi anni, ci avremmo vinto Palio, Madonna Primavera, premio Balconi Fioriti e la tombola della fiera. Le lezioni di morale ognuno le faccia al proprio Consiglio”. Quanto al Palio del ’72, assegnato a settembre dopo anni di battaglie legali, Menichelli fa capire che la Magnifica non ha intenzione di “accettare un verdetto, che è una ‘sentenza’ frutto di normative, ai cui postulati voi però non dovreste essere soggetti? Queste vostre dichiarazioni vengono alla luce nemmeno 24 ore dopo la ‘’la festa’’. Eppure, seppure in pochi e senza Palio, vi sarete divertiti lo stesso… In effetti c’è qualcosa che non torna. È vero che anche in queste diatribe c’è Calendimaggio, ma ‘ritrovatene l’essenza e lo specifico carattere di festa’. Magari con minore acredine e maggiore spirito collaborativo, magari brindando con un buon bicchiere di vino, che – conclude Menichelli citando il colore della Magnifica – come si sa è rosso”.