Il Tar dell’Umbria ha respinto il ricorso contro il Calendario venatorio presentato dalle associazioni animaliste e ambientaliste Wwf, Lipu, Legambiente, Lav, Lac, Enpa. Nella sentenza di merito i giudici amministrativi in parte dichiarano il ricorso improcedibile, per la parte restante lo respingono.
Un ricorso al quale si erano opposti, oltre alla Regione Umbria (tutelata dagli avvocati Tiziana Caselli e Anna Rita Gobbo), la Federcaccia (avvocato Alberto Maria Bruni) e la Libera Caccia (avvocato Marzio Vaccari).
Dopo il rinvio dell’inizio della stagione venatoria, proprio a seguito del ricorso, salve dunque le date per le chiusure definite nel Calendario venatorio. In sostanza, per il Tar la Regione Umbria, rispetto alle indicazioni – non vincolanti – di Ispra, ha adeguatamente motivato la scelta delle date per cacciare le singole specie.
Per il Tar, infine, la peculiarità e la complessità delle questioni trattate giustificano la compensazione delle spese tra le parti.