In ballo la data di chiusura della stagione venatoria per turdidi, uccelli acquatici e beccaccia
Discusso al Tar dell’Umbria il ricorso contro il Calendario venatorio presentato dalle associazioni ambientaliste e animaliste Wwf, Lipu, Legambiente, Lav, Lac, Enpa, contro la cui istanza (presentata e illustrata dall’avvocato Andrea Filippini), si sono costituite, oltre alla Regione (rappresentata dall’avvocato Anna Rita Gobbo), le associazioni venatorie Federcaccia (tutelata dall’avvocato Alberto Bruni) e Associazione Nazionale Libera Caccia (che si è affidata al proprio legale per l’Umbria, Marzio Vaccari).
Giudizio di merito nel quale, superata di fatto la questione relativa alla preapertura (che pure il legale degli animalisti è tornato a contestare), è in ballo la data di chiusura della stagione venatoria per alcune specie.
Sulla base dei Key Concepts europei e del parere di Ispra, gli ambientalisti contestano infatti la chiusura generale al 30 gennaio, anche per le specie turdidi, acquatici e beccaccia. In particolare, si chiede di tenere in considerazione le date indicate dall’Ispra, che consigliano la chiusura della caccia al 10 gennaio per tordo bottaccio, tordo sassello e cesena; al 20 gennaio per beccaccino, frullino, folaga, gallinella d’acqua, porciglione, alzavola, marzaiola, fischione, codone, canapiglia, germano reale, mestolone, moretta; al 31 dicembre per la beccaccia.
Gli avvocati della Regione e delle due associazioni venatorie hanno al contrario rilevato come la Regione abbia redatto il Calendario venatorio nel rispetto dei criteri e delle procedure di legge, secondo le proprie prerogative. Ricordando come il parere il Ispra sia obbligatorio, ma non vincolante. Tanto più che in caso di accoglimento del ricorso, anche parziale, non potrebbe il Tar fissare la data di chiusura della stagione venatoria per le singole specie, ma la Regione dovrebbe provvedere ad una nuova delibera.
Si attende ora la sentenza, per capire sino a quando effettivamente si potranno cacciare in Umbria le varie specie.