Calendario venatorio, alla Lega la toppa sull'addestramento cani non basta

Calendario venatorio, alla Lega la toppa sull’addestramento cani non basta

Massimo Sbardella

Calendario venatorio, alla Lega la toppa sull’addestramento cani non basta

Gio, 11/08/2022 - 18:23

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Puletti e Mancini, a fianco delle associazioni venatorie, attaccano Morroni: "Stucchevole scaricare la responsabilità sugli uffici"

La toppa della Giunta regionale sul pasticcio che aveva portato a far slittare di una settimana l’addestramento cani non sana gli attriti tra la Lega da una parte e l’assessore Morroni e il suo Assessorato dall’altra. Una critica, quella dei consiglieri Manuela Puletti e Valerio Mancini, che finisce per chiamare in causa l’intera Giunta. Anche perché, solo qualche giorno prima, i due consiglieri si erano fatti promotori di specifiche richieste (con le deroghe su tortora e storno) rappresentate direttamente a Morroni e alla presidente Tesei. Istanze raccolte dalle associazioni venatorie e che l’Esecutivo non ha inserito nella stesura definitiva del Calendario venatorio.
Per questo ora Puletti e Mancini non si accontentano del ripristino della data del 15 agosto per l’avvio dell’addestramento cani. Considerando che le associazioni venatorie contestano l’intera gestione della materia caccia in Umbria.

Puletti e Mancini all’attacco

“Condividiamo – affermano all’indomani della seduta di Giunta i consiglieri Puletti e Mancini – le posizioni delle associazioni venatorie che attraverso mezzo stampa hanno puntualizzato un forte disappunto su alcune decisioni prese dall’assessore di Forza Italia Roberto Morroni e relative alla mancata preapertura della caccia, all’inserimento della Tortora come specie cacciabile, alla deroga dello storno ormai chiesta da oltre due anni e all’inaspettato quanto ingiustificato slittamento dell’apertura per l’addestramento dei cani”.

Le richieste della Lega disattese

“Le richieste avanzate – ricordano – sono peraltro le stesse che noi abbiamo riportato nelle Commissioni consiliari così come nell’Aula di Palazzo Cesaroni. I primi di agosto abbiamo chiesto e ottenuto un incontro con l’assessore Roberto Morroni proprio per sollecitare nuovamente l’inserimento nel calendario venatorio di modifiche relative alla tortora, al prolungamento della caccia al cinghiale come da mozione approvata in aula, alla deroga dello storno. Per questo, per rispetto anche del lavoro fatto dal consigliere Mancini ormai da anni e del consigliere Puletti, che fin dal suo ingresso ha sposato in pieno la causa delle associazioni venatorie e ittiche sportive, riteniamo decisamente ingenerose le critiche che alcuni movimenti hanno voluto rivolgere alla Lega, accusata di non essersi spesa per garantire alcuni priorità dei cacciatori umbri. Ad oggi, in Consiglio regionale e in ogni modo, solo la Lega si è schierata a fianco delle associazioni venatorie, abbiamo organizzato incontri pubblici e privati, presentato decine di atti in consiglio regionale sulla questione caccia e lavorato su scala nazionale con il senatore Bruzzone, sempre attenti e presenti all’interno di questo mondo”.

L’affondo su Morroni

Quindi, l’affondo su Morroni, a cui, dopo mesi di schermaglie e tentativi di dialogo sui nodi della caccia e della pesca, ora Puletti e Mancini chiedono il conto. “È giusto – concludono i due consiglieri di maggioranza – che chi detiene il potere esecutivo, quindi l’assessore Morroni, si assuma le responsabilità del caso, rivedendo scelte politiche e amministrative sulle quali noi non concordiamo e che anzi riteniamo dannose per il sistema venatorio umbro. Un mondo che solo il gruppo della Lega ha ascoltato, difeso e tutelato. Le delibere di giunta straordinarie in divenire e in attesa di pubblicazione appaiono tardive dato che se si fossero ascoltate e accolte le proposte della Lega, non ci sarebbe stato bisogno di correre ai ripari dopo le polemiche scaturite dalla più che comprensibile rabbia dei cacciatori. Viene il dubbio che il puntuale diniego delle proposte della Lega nasconda una mancanza di rispetto dal punto di vista politico da parte di chi ha potere esecutivo ai danni dei consiglieri regionali – concludono Mancini e Puletti – peraltro scaricare responsabilità sugli uffici appare ancora più stucchevole”.

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