Multe fino a 250 euro per usi non consentiti dalla rete idrica, i sintomi da stress termico da non sottovalutare
Ancora caldo record a Perugia, sino al fine settimana del 21 luglio sono attese temperature massime superiori ai 34-35 gradi. Il Comune ha intanto emesso sino a domenica 14 luglio il livello di emergenza 3 “forte disagio”.
Con la raccomandazioni che sono sempre le stesse: bere molto ed evitare, se possibile, di uscire nelle ore più calde, evitare di lasciare persone e animali all’interno delle auto in sosta, limitare l’attività sportiva.
L’ordinanza sull’acqua
Contestualmente, il Comune ha emesso l’ordinanza – che sarà in vigore fino al 30 settembre – che vieta il prelievo di acqua dalla rete idrica per scopi diversi da quelli domestico e igienico-sanitario, come ad esempio l’irrigazione di orti e giardini, il lavaggio di veicoli, cortili e strade private, il riempimento di piscine e fontane ornamentali.
L’atto stabilisce che prelievi di acqua dalla rete idrica sono consentiti esclusivamente per gli usi idropotabile, sanitario, zootecnico e per tutte le altre attività ugualmente autorizzate per le quali sia necessaria l’acqua potabile. Il riempimento di piscine oggetto di attività commerciale o associativa, nonché l’irrigazione di strutture sportive sempre destinate a tali attività, è consentito solo previo contatto con il gestore del servizio idrico per concordare modalità e precauzioni necessarie.
Sono escluse dal divieto le attività dei servizi pubblici di igiene urbana per i quali, comunque, dovranno essere assunti comportamenti utili a contenere gli sprechi. L’inosservanza dell’ordinanza comporta una sanzione amministrativa da 25 a 500 euro.
Cgil e Inca: rischi per molti lavoratori
Il gran caldo mette anche a rischio alcune tipologie di lavoratori, come evidenziato da Cgil e Inca. Non solo nei settori più evidenti, come l’edilizia e l’agricoltura, ma anche nell’industria, dove spesso capannoni scarsamente o per nulla climatizzati, rappresentano luoghi estremamente insalubri e pericolosi.
Di questo e soprattutto delle strategie per tutelare lavoratrici e lavoratori e mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici negli ambienti di lavoro si è parlato nell’iniziativa promossa da Cgil Perugia e Inca Cgil, alla quale hanno preso parte Augusto Paolucci, della segreteria provinciale Cgil Perugia, Roberto Panico, coordinatore regionale Inca Cgil Umbria, Fabio Manca, coordinatore area medica Inca Cgil nazionale, Sara Palazzoli del collegio di presidenza dell’Inca Cgil nazionale, e Simone Pampanelli, segretario generale della Cgil di Perugia.
Sono due in particolare, secondo la Cgil, le strategie da mettere in campo per contrastare questo tipo di infortuni: da un lato ci sono le azioni di “adattamento”, come ad esempio il cambio di orario di lavoro nei periodi di grande calore o l’attivazione della cassa integrazione quando la temperatura supera i 34 gradi; dall’altro c’è la “mitigazione”, che è invece un’azione preventiva di ampio raggio, che può includere ad esempio approcci urbanistici e di progettazione delle aree industriali attenti al cambiamento climatico. È noto infatti che le aree industriali sono le più calde delle nostre città, ed è qui dunque che vanno studiati interventi innovativi in grado di mitigare appunto i fenomeni climatici.
Nelle more comunque, è stato ribadito, è importante che lavoratrici e lavoratori siano consapevoli del fatto che il cosiddetto “colpo di calore” è a tutti gli effetti un infortunio sul lavoro e come tale va riconosciuto. “Se si accusano i sintomi dello stress termico – hanno spiegato gli esperti dell’Inca – questi non vanno sottovalutati. Bisogna subito fermarsi, andare al Pronto Soccorso, e in seguito denunciare l’infortunio, perché il colpo di calore può portare conseguenze anche nel lungo periodo ed è quindi importante attivare la giusta tutela attraverso il patronato”.