CALA IL SIPARIO SU "LA MAMA SPOLETO OPEN": BILANCIO POSITIVO, MA SI PUO' FARE ANCORA MEGLIO (Foto TO®) - Tuttoggi.info

CALA IL SIPARIO SU “LA MAMA SPOLETO OPEN”: BILANCIO POSITIVO, MA SI PUO' FARE ANCORA MEGLIO (Foto TO®)

Redazione

CALA IL SIPARIO SU “LA MAMA SPOLETO OPEN”: BILANCIO POSITIVO, MA SI PUO' FARE ANCORA MEGLIO (Foto TO®)

Mar, 12/07/2011 - 12:29

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(Jac. Brug.) – In concomitanza col 54esimo Festival dei due Mondi, si è chiuso ieri a Spoleto anche “l’altro” Festival, quello de La Mama Spoleto Open, la manifestazione dedicata all’arte emergente e indipendente frutto dell’abile organizzazione dell’”Offucina” di Andrea Paciotto e Adriana Garbagnati, con cui hanno collaborato un gran numero di soggetti ed associazioni, a cominciare da Marina Mahler e David Gothard, della “Anna Mahler International Association” e Mia Yoo de La MaMa ETC.
Nella mattinata di ieri, presso l’Osteria Rossobastardo, si è svolta la conferenza stampa/incontro a cui hanno partecipato tutti gli “attori” dell’iniziativa, che hanno tracciato un bilancio di questa prima esperienza. Facile capire, sin dalle prime parole di Andrea Paciotto, il pensiero comune: l’esperienza è stata positiva, soprattutto dal punto di vista del gradimento del pubblico. La sinergia che si è creata nel corso delle tre settimane tra Offucina, La MaMa Umbria, Anna Mahler Fundation, Modern Music School, Festival Pianistico, Associazione Culturale Bisse e tutti coloro che a vario titolo hanno collaborato è stata fondamentale per il successo della manifestazione. Tuttavia, nessuno ha nascosto che questo è un progetto tuttora in evoluzione, e che c’è la volontà, da parte di tutti, di crescere e migliorare per le edizioni future.
“Questa è stata una manifestazione a budget zero – ha detto Paciotto – realizzata grazie al capitale umano di chi ci ha lavorato e creduto. Perciò si può dire che gli unici sponsor sino stati gli artisti e il pubblico. In più – ha sottolineato – l’acquisizione del nome “Mama” (Ellen Stewart) è stato un fatto di grande importanza, che ci spinge a fare del nostro meglio per una città che lei amò tanto”. Marina Mahler e il direttore artistico della Anna Mahler International Association David Gothard sono andati oltre il bilancio di Paciotto. Constatando l’alto livello artistico raggiunto dalla manifestazione, hanno proposto la continuazione delle attività de La Mama Spoleto Open per tutto l’anno, per farne un laboratorio artistico permanente in cui dare spazio, visibilità e opportunità ai giovani artisti.
Entusiasti dell’esperienza anche Egidio Flamini, presidente del Festival Pianistico di Spoleto e Roberto Carlini, direttore della Modern Music School. Il primo, a causa del poco tempo a disposizione, ha ammesso di aver fatto un copia e incolla di alcune delle performance proposte nel programma del Festival Pianistico, affermando comunque con soddisfazione che il pubblico è andato aumentano spettacolo dopo spettacolo. Il secondo, invece, ha avuto il compito di organizzare le esibizioni di gruppi locali all’Osteria Rossobastardo e presso la Tartaruga. “Nonostante un pubblico non numerosissimo – ha dichiarato – i ragazzi che si sono esibiti erano entusiasti dell’esperienza”.
Alla conferenza stampa hanno presenziato anche le istituzioni, con la consigliera provinciale Laura Zampa – decisa a perorare la causa di una Mama Spoleto Open come laboratorio artistico permanente – e l’assessore alla scuola di Spoleto Battistina Vargiu, che ha chiesto invece quali fossero stati i due problemi principali nell’organizzazione degli eventi. “Sebbene riconosciamo che alla fine sia stato compiuto un piccolo miracolo – le ha risposto Adriana Garbagnati – l’individuazione degli spazi è stata la grande difficoltà con cui abbiamo dovuto fari i conti fino al giorno prima della partenza. Come conseguenza di ciò, inoltre, non siamo stati in grado di fare quella comunicazione che ci eravamo prefissi in fase di progettazione”.
L’esperienza de La Mama Spoleto Open, in conclusione, porta con sé molte luci, ma anche qualche ombra. La qualità di concerti, esibizioni ed esposizioni (nonostante il budget zero), il successo di pubblico, la curiosità dei turisti che pur non sapendo cosa stesse avvenendo in certi luoghi si sono soffermati e goduti le performance, la possibilità per artisti giovani ed emergenti di avere uno spazio privilegiato per presentare progetti e farsi conoscere, costituiscono una base preziosa ed imprescindibile per andare avanti nella progettazione. Ma la progettazione futura – ed è questa la convinzione che gli organizzatori sembrano condividere – non potrà prescindere dal cambiamento di alcune impostazione di base, come la scelta di nuove e migliori location o la ricerca di sponsorizzazioni varie che fungano da base finanziaria, l’importanza della quale è stata forse troppo sottovalutata.

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