Il consigliere regionale Claudio Ricci si mobilita per salvare i caprioli nei boschi umbri, dopo la decisione dell’assessore Cecchini, sentito il parere dell’Ispra, di adeguare i piani di selezione in virtù dello stop estivo seguito al ricorso del Wwf, poi respinto dal Tar. Uno stop che secondo l’Ispra avrebbe provocato uno squilibrio nella popolazione di caprioli e daini tra esemplari maschi e femmine.
Ma Ricci non ci sta e vuole sapere le motivazioni del provvedimento, annunciando un’interrogazione: “Il calendario venatorio prevede, dal 31 gennaio 2019, l’attivazione della selezione dei caprioli, per arginare un numero di capi elevato, a tutela delle attività antropiche e per limitare i danni provocati all’agricoltura. Però, come spiegato dall’Ente nazionale protezione animali, non viene dimostrata la effettiva consistenza dei danni e negli ultimi 25 anni le azioni selettive (uccisioni) non hanno determinato soluzioni mentre sono molto più adeguati i metodi ecologici preventivi“.
Ricci ne fa una questione culturale e spirituale: “In Umbria – conclude il consigliere regionale – la storia umanistico-spirituale, correlata all’armonia fra persone e ambiente, citando San Francesco d’Assisi, San Benedetto da Norcia e Aldo Capitini, dovrebbe delineare il sacro rispetto dei caprioli, segno simbolico del Divino fra noi”.