Gli amanti della caccia, della pesca e quanti si recano nei boschi e nelle campagne per passeggiare o in cerca di funghi e asparagi devono affrontare in Umbria il Far West delle tabelle. Molte delle quali risultano un vero e proprio giallo, dato che non si riesce a capire chi le abbia messe.
Come quelle comparse intorno alla diga di Arezzo, a Spoleto, che indicano ai pescatori la zona No Kill, intimando loro il rilascio obbligatorio del pesce. Ma la loro presenza è un giallo, e non certo per il colore. Nonostante abbiano il logo della Regione (ma non siano comunque timbrate), dagli uffici preposti negano di averle messe.
“La Regione non ne sa nulla” dice il presidente umbro della Libera Caccia e Pesca, Lando Loretoni. Il quale, dopo la segnalazione delle guardie volontarie, ha portato a conoscenza gli uffici regionali del caso. Ed ora si starebbe provvedendo alla rimozione.
E’ stata invece oggetto di una richiesta formale di rimozione, attraverso l’avvocato della Libera Caccia, Marzio Vaccari (su segnalazione del membro Atc3 Massimo Novelli) la presenza di tabelle di Divieto di caccia poste nel territorio ternano. Con l’indicazione della Provincia di Terni, ente non più competente. Anche in questo caso, si tratterebbe di vecchie tabelle che qualcuno avrebbe messo arbitrariamente per impedire l’attività venatoria.
Le guardie volontarie si sono poi imbattute in un Divieto di accesso lungo una stradina di montagna. Una stradina che sarebbe accessibile ai soli “utenti e proprietari”, secondo quanto riportato dal cartello con l’indicazione Università Agraria Pettino. Un divieto a causa del quale sarebbero anche già state elevate alcune multe.
Solo che, secondo una verifica fatta con gli organi competenti, il cartello in questione sarebbe in contrasto con la legge regionale 28/2001.
“E’ un vero e proprio Far West tabelle – accusa Loretoni – non solo per cacciatori e pescatori, ma per tutti coloro che si recano nelle zone di campagna e di montagna. Tabelle e divieti che, in base a quanto ci risulta, vengono messi in modo arbitrario e illegittimo. Chiediamo quindi all’autorità competente di fare chiarezza e di provvedere a far rimuovere tutte le tabelle illegittime. Ovviamente, perseguendo coloro che le hanno apposte arbitrariamente”.