Domenica 9 settembre i cacciatori umbri potranno godersi il secondo giorno di preapertura previsto dal calendario venatorio, ma non potranno effettuare la caccia selettiva ai cosiddetti ungulati, come daini e caprioli. Il Consiglio di Stato ha pubblicato la sentenza dell’udienza che si è tenuta giovedì con cui ha respinto l’appello cautelare della Regione Umbria dopo lo stop decretato dal Tar su istanza del Wwf. Ciò, come aveva argomentato l’associazione ambientalista (in tutte le regioni dove era stato presentato il ricorso), in virtù del fatto che il calendario venatorio si basa su un Piano faunistico scaduto nel 2014.
Nel merito, comunque, il Tar si dovrà esprimere il 4 dicembre, quindi a stagione venatoria ampiamente avanzata. Poiché non sono stati presentati ricorsi contro la delibera con la quale la Regione Umbria ha confermato la parte restante del Calendario venatorio (comprese le due preaperture del 2 e del 9 settembre), domenica prossima in Umbria si potrà andare regolarmente a caccia.
Caccia, arriva la delibera che fa sparare nelle preaperture
Il Wwf mette nel mirino l’assessore Fernanda Cecchini. L’associazione ritiene che, “al di là dei profili giuridici, la Regione Umbria debba prendere atto che la politica filovenatoria non può continuare, la fauna va gestita nell’interesse della comunità nazionale ed internazionale mediante una adeguata, aggiornata ed ed imparziale pianificazione faunistica; non nell’interesse dei cacciatori“. Il Wwf si dice “disponibile a collaborare alla redazione di un piano faunistico adeguato che porti l’Umbria fuori dal far west venatorio. Ma ciò a condizione – precisa l’associazione – che la posizione regionale non sia quella finora espressa dall’assessora Cecchini, che si è dimostrata sensibile solo alle richieste degli sparatori ai danni dell’interesse collettivo alla protezione dell’ambiente”. E chiama in causa la governatrice Marini, assente quando è stata votata la delibera che ha consentito l’avvio delle preaperture: “Ci aspettiamo quindi – scrive il Wwf – una posizione politica dal presidente della Regione che prenda atto della situazione e cambi rotta”.
I dubbi dei cacciatori
Persa una battaglia, ma non la guerra. E la battaglia persa al Consiglio di Stato non preoccupa troppo i cacciatori umbri, che pure ormai pensavano che la sentenza sarebbe arrivata oltre la data del 9 settembre, così da segnare un piccolo punto, simbolico, a loro favore. A preoccupare, semmai, è il vento che tirerà quando, prima o poi, si dovrà mettere mano al nuovo piano faunistico.
Il commento di Cecchini e il nuovo scontro col Wwf
“Prendo atto – ha commentato Cecchini – che il Consiglio di Stato ha confermato la sospensione per i mesi estivi della caccia al capriolo, così come – ha sottolineato l’assessore – ha allo stesso tempo confermato la validità della delibera assunta dalla Giunta regionale dell’Umbria e quindi la correttezza del nostro operato“. Una valutazione, quest’ultima, contestata dal Wwf che a maggior ragione chiede la testa (politicamente) dell’assessore.
Multe e possibili sviluppi
Ma la Regione potrebbe essere presto chiamata a pelare una patata ancor più bollente nel braccio di ferro tra ambientalisti e cacciatori. Perché se gli ambientalisti additano l’assessore Cecchini come pro-cacciatori, alcuni di questi sono pronti ad andare sino in fondo se gli enti non daranno seguito fattivamente alla richiesta di verifica del possesso dei requisiti da parte di tutti coloro che effettuano controlli ed elevano multe. Una vicenda che, secondo indiscrezioni, potrebbe portare a sviluppi clamorosi, anche con rilievi penali, e far saltare addirittura qualche testa eccellente.
L’accordo tra Umbria e Toscana
Intanto, sono stati resi noti i contenuti dell’accordo siglato tra gli assessori di Umbria e Toscana per l’interscambio di cacciatori nelle due regioni per la stagione venatoria 2018/19. In particolare, dalla Toscana si accolgono in via prioritaria fino a 700 iscrizioni di cacciatori umbri nei propri Atc. Ai cacciatori umbri, dal 1° ottobre, sarà riservato, se richiesto, un minimo di mille posti per la caccia alla selvaggina migratoria o agli ungulati. Negli Atc umbri sono a disposizione 3.989 posti di cacciatori toscani o di altra regione, previa prenotazione.
Il costo per la teleprenotazione per la caccia alla selvaggina migratoria rimane fermo a 35 euro, in regime di reciprocità.