Caccia, dai tesserini fotocopiati a quelli elettronici

Caccia, dai tesserini fotocopiati a quelli elettronici

Redazione

Caccia, dai tesserini fotocopiati a quelli elettronici

Dom, 07/08/2022 - 09:29

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Le anomalie nell'adozione del Calendario venatorio e il caos conteggi legato al "caso" tortora

Nel dibattito sulla mancata previsione finora in Umbria della caccia alla tortora, legata alla indisponibilità del tesserino elettronico e quindi di un conteggio puntuale rispetto al carniere massimo fissato, riceviamo e pubblichiamo questo intervento di Sergio Gunnella (Confavi Umbria), Evandro Caiello (Confavi Umbria), Martio Bartoccini (ricercatore faunistico), Danilo Mattaioli e Francesco Ravacchioli (Club Le Torri), Andrea Verzellini (Umbria Caccia e natura), Claudio Tortoioli (Associazione venatoria ambientale Nata Libera Perugia).


Calendario venatorio, la chiusura resta al 30 gennaio
Tortora e storno, niente deroghe


Nel 1789 i rivoluzionari francesi asserirono che il mondo, alla fine della rivoluzione, non sarebbe più stato lo stesso. La storia ha dato loro ragione. Poi venne la L. 157/92 che, per avventura, ricalcando i criteri principe dei sanculotti, volle – per così dire – rivoluzionare anch’ essa le le cose di caccia. Furono introdotti metodi & principi che nella 968/77 apparivano ormai superati, ponendo una particolare attenzione al lessico generale, grazie al quale, si sarebbero evitate pericolose quanto fuorvianti interpretazioni. Fu così che apparirono nella riforma del 1992 istituti innovativi & unità lessicali mai usati prima. Conservazione e non protezione, controllo e non contenimento, azienda faunistica e non riserva, ecc.. Le specie animali smisero di essere “res nullius” e vennero identificate per nome aggiungendone, a scanso di equivoci e fra parentesi, perfino la definizione in lingua latina!

Il Calendario venatorio

Ma l’Umbria semplifica da sempre e ignora l’idioma di Giulio Cesare, accodandosi ai molti che considerano tale idioma una lingua ormai morta e sepolta. Il Palazzo ‘presenta’ il Calendario venatorio il 9 giugno, ma non lo pubblica – come legge vuole – entro e non oltre il 15 dello stesso mese. Il tipografo ha finito l’ inchiostro? O s’è ammalato di Covid? Nessuno lo saprà mai. Nei 30 anni trascorsi, omette l’istituzione di istituti voluti dalla legge, sottovaluta documenti la cui congruenza e la cui realizzazione furono affidate all’INFS (oggi Ispra) fin dalle prime luci della riforma. Delibera regolamenti regionali inquietantemente discutibili. Allarga impunemente postulati della legge quadro, approdati poi in ricorsi testé vinti dal ricorrente.


Il Calendario venatorio definitivo


I tesserini elettronici

Venendo a oggi, in fatto di Calendario, in questi primi giorni di canicola agostana, siamo ancora a ‘carissimo mio’. Mentre il piatto dell’apertura ’22/23 piange e la conta dei prelievi subisce ritardi a dir poco demenziali, si parla di nuovi tesserini elettronici: faranno dimenticare agli appassionati & contribuenti quelli in fotocopia consegnati loro in occasione dell’apertura di caccia di qualche anno fa? E i nuovi tesserini, pomposamente elettronici, continueranno il loro viaggio di andata e ritorno usato fino a ieri seguendo l’iter tanto caro a Bertoldo? Fare i censimenti col pallottoliere puntando tutto sull’ ‘annamo a fidasse’, quasi sempre produce vino annacquato.

La tortora

In questa stagione venatica la pietra dello scandalo è la tortora. Al secolo, Streptopelia turtur (che poi sarebbe la Tortora selvatica, ergo cacciabile). La stessa che l’Amministrazione regionale si ostina a trascrivere sul Calendario, semplicemente, tortora. Tanto che quest’ultima, non essendo cacciabile, onde evitare malintesi e in odore di piombo, pare che quest’ anno abbia deciso, prudentemente, di cambiare nome.

Arriviamo al dunque. In assenza dei documenti bilaterali sopracitati pur se previsti dalla riforma del 1992, chi rischierebbe la sua mano sul fuoco, come Muzio Scevola, disquisendo sulle percentuali di territorio assegnate al territorio precluso alla caccia in maniera unilaterale? Non resta, per ora, che pubblicare il Calendario: i tempi sono maturi. Come i clienti del medico, i cacciatori/contribuenti sono ‘pazienti’, e pur di poter ripartire ogni anno per stringere finalmente fra le mani il loro tesoro di piume, finiranno col focalizzare solamente i propri obblighi.

Le deroghe

Allora, cari amministratori, è arrivato il tempo di non dimenticare l’esistenza delle deroghe, che – vivadio – non sono dogmi sui generis (leggi Strepupelia turtur (Tortora) e Coturnix coturnix (Quaglia)). Il trascorso del tempo ormai perduto gioca a favore di un’ apertura condivisa. Abbiate coraggio. Perché, ancora una volta, saranno i cacciatori a non fare ricorso.

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