Atc 1 e 3, vigilia di nuove riunioni dei Comitati di gestione ancora ad alta tensione. Il rischio è infatti che salti ancora il numero legale per l’opposizione della maggioranza delle associazioni venatorie, che lamentano i conti ancora in rosso. Anche se il ricorso ad aumenti delle quote a carico dei cacciatori per pagare i danni provocati dagli animali selvatici sembra per ora scongiurato, con l’intervento promesso dalla Regione.
Al consigliere regionale della Lega Valerio Mancini la toppa non basta. E chiede alla Regione una soluzione definitiva, che passi per l’azzeramento dei vertici degli Atc 1 e 3 che ancora non hanno approvato i loro bilanci.
“Quando un organismo pubblico non riesce ad approvare il proprio bilancio – accusa Mancini, anche in qualità di responsabile del dipartimento caccia della Lega – è giusto che chi ne è alla guida faccia le dovute considerazioni e agisca di conseguenza, a maggior ragione se il primo azionista non partecipa più, ormai da tempo, ai lavori”.
“Finora – spiega Mancini – non sono stati approvati i bilanci degli Ambiti territoriali di caccia umbri 1 e 3 per mancanza del numero legale: questo testimonia il dissenso dei cacciatori in merito alla gestione”.
Il timore è che nelle prossime convocazioni, ciò che resta dei Comitati di gestione cerchi di far approvare un bilancio che vada contro le indicazioni del mondo venatorio.
“Questa situazione di crisi – attacca Mancini – non è certo conseguenza di apatia: il mondo venatorio, tramite i propri rappresentanti dell’associazionismo di riferimento, diserta le sedute lamentando un trattamento ingiusto da parte della dirigenza, che penalizza in maniera ingiustificata i cacciatori. Le vessazioni ricadono soprattutto sui cinghialisti. Gli Atc chiedono loro ulteriori soldi per i danni alle coltivazioni, senza però aver messo preventivamente in atto misure efficaci al contenimento della fauna selvatica. Inoltre, le aree di rispetto temporaneo (ART) e le zone di ripopolamento e cattura (ZRC), un tempo serbatoi di selvaggina stanziale nobile di pregio, sono ridotte ad aree prive di gestione che non riescono a fornire selvatici veri al resto del territorio: tutto ciò rappresenta il fallimento della gestione della caccia”.
“Sarebbero già sufficienti queste premesse – prosegue Mancini – per attendersi un atto di responsabilità da parte dei presidenti degli Ambiti Territoriali di Caccia Perugia 1 e Terni 3, ai quali non resterebbe che rassegnare le rispettive dimissioni. Ciò non è ancora accaduto, malgrado l’evidenza della situazione e l’arbitrarietà delle linee di gestione poste in essere, a più riprese contestate dal mondo venatorio. Chiedo ancora una volta all’assessorato regionale di imporsi e far rispettare le regole, procedendo al commissariamento degli Ambiti Territoriali di Caccia qualora risultino ancora incapaci di chiudere il bilancio. Non è più tollerabile – conclude l’esponente della Lega – che si continuino a chiedere ai cacciatori ulteriori sforzi economici, senza che nessuno faccia un passo indietro o autocritica”.