Tanta soddisfazione e grande orgoglio per i risultati raggiunti dagli eventi del Centenario di Alberto Burri. A fare un bilancio dell’anno “lungo” (iniziato nel 2015) dedicato al maestro tifernate, questa mattina a Palazzo Albizzini, sono stati il presidente della Fondazione Burri Bruno Corà, insieme al sindaco di Città di Castello Luciano Bacchetta.
Nel 2016, nonostante la chiusura degli Ex Seccatoi del Tabacco da gennaio a settembre per lavori di ampliamento, 21.392 persone hanno visitato la mostra conclusiva del Centenario, “Burri: Lo Spazio di Materia / Tra Europa e Usa”, conclusasi pochi giorni fa. Inoltre, con i 4347 ingressi a Palazzo Albizzini e quelli alla collezione degli Ex Seccatoi, l’anno appena concluso, in totale, ha fatto registrare 28.904 visitatori.
“Numeri che hanno superato ogni aspettativa e che hanno fatto sì che le promesse fatte venissero mantenute. – ha dichiarato il presidente della Fondazione – Ma oltre a questi importanti dati il dato rilevante è che Burri è stato reso celebre anche all’uomo della strada, ora appartiene al mondo. La sua fama è infatti cresciuta in maniera esponenziale nell’immaginario collettivo. Ora il 12 marzo prossimo, anniversario della nascita del maestro, inaugureremo il terzo museo della Grafica. Il miglior modo per sancire il successo questo straordinario biennio”.
Per numero di opere (oltre 500 compreso il prossimo museo della Grafica), metri quadri, fama e fruizione pubblica quello dedicato a Burri è indiscutibilmente il più grande museo del mondo di un artista privato
Corà ha poi aggiunto che tra i 200 musei presenti in Umbria, “quelli dedicati a Burri sono i più visitati tra i musei privati, mentre sono al terzo posto tra quelli pubblici, dove il primo posto spetta alla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia. La fama accresciuta di Burri trova poi conferme anche nelle visite di stranieri, circa il 30% del totale, a cui si aggiungono, e questa è un’altra importante conquista, molti umbri, tifernati e studenti.
Anche il direttore della celebre rivista di arte e architettura “Domus” ha esaltato, nel numero di febbraio, il fenomeno del Centenario di Città di Castello, come uno dei più fulgidi esempi per trainare di nuovo l’Italia in una zona di profusione e attività, coniugando, in questo caso, l’arte, la città, l’ambiente, l’enogastronomia e le risorse del centro storico. Un esempio da cui ripartire per smentire il luogo comune che con la cultura non si faccia economia
“Le presenze di quest’anno – ha concluso Corà – non hanno subito flessioni neanche nel periodo del terremoto, dato in controtendenza con altri siti della Regione”.