E’ iniziata anche in Umbria la campagna di IdV “Il biglietto di sola andata a Moretti lo paghiamo noi”. Lo riferisce la segreteria del partito precisando che sono coinvolti e protagonisti della campagna i comitati dei pendolari che hanno inviato negli ultimi anni petizioni alle Ferrovie Italiane per i disagi quasi quotidiani, numerosi utenti rimasti “appiedati”.
In Umbria la situazione è forse ancor peggiore che nel resto d'Italia come spiega il consigliere regionale Idv Paolo Brutti: “Non esiste più il collegamento tra Perugia e Roma. Niente Eurostar, diminuiscono anche quelli sulla linea Ancona- Roma ed è drammatica la situazione dei pendolari su Roma, un vero calvario per chi deve raggiungere la capitale. Ritardi continui anche da Orvieto, dove il pendolarismo verso la capitale è fortissimo. In Umbria c'è una situazione di treno zero, devi viaggiare in macchina se vuoi spostarti e quindi, caro Moretti se il tuo stipendio dovesse corrispondere al servizio offerto nella nostra regione dovrebbe rispondere all'equazione treno zero, stipendio zero”.
La campagna Idv. “L’amministratore delegato di Fs, Mauro Moretti, dopo le sue irrispettose dichiarazioni – sottolinea il segretario nazionale di IdV Ignazio Messina – dovrebbe avere la decenza di dimettersi. Non è tollerabile, infatti, l’arroganza di chi pretende di continuare a mantenere intatti i suoi privilegi in un momento di estrema crisi per il Paese, nel quale solo le fasce deboli della popolazione sono state chiamate a fare dei sacrifici. Se fosse per tutti quei pendolari italiani costretti da anni a salire su carrozze fatiscenti, che a volte assomigliano a carri bestiame, a subire ritardi e frequenti disservizi, Moretti sarebbe stato cacciato a pedate da tempo. Ormai per gli italiani che fruiscono dei servizi delle Fs raggiungere il posto di lavoro è diventata un’impresa. Noi di Idv – continua Messina – saremmo ben felici di pagare a Moretti un biglietto di sola andata per l’estero, nessuno ne sentirebbe la mancanza. Ora l’esecutivo passi dalle parole ai fatti e riduca gli stipendi ai manager e agisca anche sugli altri sprechi della politica. Infatti aspettiamo ancora l’abolizione delle Province, andrebbe poi ridotto il numero dei ministeri del 50%, tramite un accorpamento, andrebbero diminuite le pensioni d’oro e ridottele auto blu del 90%”.