A quasi due mesi di distanza dalla operazione Brushwood, per la quale sono ancora in carcere i ventenni Michele Fabiani e Andrea Di Nucci (uno è stato rimesso in libertà, due sono agli arresti domiciliari), il “Comitato 23 ottobre” torna ad alzare affinchè i due ragazzi siano rimessiin libertà.
“Il Consiglio Comunale di Spoleto, l’onorevole Bellillo, i senatori Russo Spena, Zuccherini, Emprin, Ferrante, Boccia, esponenti politici di vari Consigli Comunali dell’Umbria, affermando fiducia nella magistratura, hanno concordemente auspicato una soluzione rapida della vicenda. Tutto questo non sta avvenendo, anzi, al contrario è accaduto fino alla settimana passata che la reclusione sia stata accompagnata dall’isolamento totale”.
La vicenda ha infatti scosso sia l'opinione pubblica, sia la politica. A visitare in carcere i due ragazzi sono stati anche il senatore Ferrante (Pd), come il consigliere regionale di An Franco Zaffini.
“Una misura disumana” continua il Comitato “anche se i due si sono dimostrati forti come rocce. Ma le rocce non si piegano, si scavano e scavandole si distruggono, così come fa l’acqua, anche una sola goccia d’acqua che ogni giorno cade sullo stesso punto della stessa roccia. E c’è il pericolo concreto della loro distruzione psicologica. Non c’è associazione, non ci sono armi, non ci sono basi, non ci sono finanziatori, non c’è la Coop-Fai, le accuse si sono dimostrate senza fondamento, sono state costruite su sillogismi, affinità lessicali, alterazioni semantiche. La mancanza di prove conferma che Michele è in carcere perché di idee anarchiche e Andrea perché è il suo più caro amico. Questa situazione è inaccettabile. Ciò che la città di Spoleto, deputati democratici e garantisti hanno chiesto invano, una soluzione rapida, è negata. Ognuno si prenda le sue responsabilità, la presunzione di colpevolezza non è degna di un paese civile ma di un paese che pratica l’annientamento di quanti non riesce a inserire in modo subordinato nei suoi meccanismi di potere”.
Poi l’annuncio di una nuova serie di iniziative a cominciare da quella per il prossimo 22 dicembre quando, davanti al carcere di Capanne, a partire dalle 15, si darà vita ad un presidio di solidarietà.
(Nella foto il recente corteo cittadino, partito dalla stazione ferroviaria di Spoleto e che ha attraversato il centro storico della città del festival)