Gli uomini della Squadra Mobile, della V sezione Antidroga, hanno arrestato un corriere, di nazionalità egiziana, e un pusher italiano molto attivi nello spaccio di droga a Perugia. Il primo, Mohamed Gamal, detto “Antonio il napoletano”, di 56 anni, e il secondo, di 36, Lorenzo Bocci il suo nome.
I primo controlli degli agenti si sono indirizzati nei confronti di Gamal, già conosciuto alle forze dell’ordine, anche con numerosi alias, per reati legati allo spaccio di droga, in particolare di eroina. Il 56enne risultava in realtà in regime di affidamento in prova al servizio sociale nella provincia di Napoli, da febbraio 2015, e con il divieto di allontanarsi da Afragola: ma la sua presenza a Perugia, e a San Marco, si faceva notare, proprio per i rapporti che ha sempre mantenuto con i pusher italiani della zona. Gamal era infatti il loro corriere. I sospetti si sono trasformati in conferma quando gli agenti hanno deciso di predisporre un servizio di osservazione nei pressi dell’abitazione di via Gnoli 28, a Perugia, dove Gamal aveva già abitato.
Era il 19 febbraio quando il 56enne si è rifatto vivo a Perugia, da Napoli: arriva in via Gnoli a bordo di una Fiat Punto, insieme alla sua compagna e alla figlioletta di circa un anno di età. Alla vista della polizia, l’uomo ha tentato la fuga, e ha provato anche a disfarsi di un involucro che aveva in mano, riuscendo a lacerarlo. Ma gli agenti sono comunque riusciti a recuperarlo: al suo interno c’erano 130 grammi di eroina. Nella Fiat Punto, grazie alla perquisizione, gli agenti hanno trovato sostanza da taglio (mannite e mannitolo) e materiale per il confezionamento (oltre 300 ritagli di cellophane di forma circolare), insieme al bilancino di precisione.
Perché Gamal era a Perugia? Di certo per portare la droga ai pusher della zona. I sospetti della polizia si sono indirizzati su Lorenzo Bocci, anche lui con precedenti specifici per droga. Era lui il pusher di eroina a Perugia, con numerosi contatti con cittadini stranieri, corrieri dalla Campania e suoi fornitori. La Squadra Mobile decide così di raggiungerlo nella sua abitazione, a Ferro di Cavallo: lì Bocci, fermato per un controllo mentre usciva di casa, consegna spontaneamente agli agenti un involucro in cellophane contenente a sua volta 7 piccole confezioni in cellophane termosaldate contenenti eroina per un peso lordo di 3.88 grammi. Con sé aveva anche 385 euro, in banconote da 50, 20, 10 e 5 euro e due telefoni cellulari. Su uno dei due, c’era una chiamata recente a Gamal, registrato con il nome di Antonio. Sul telefono di Gamal, invece, Bocci era registrato con il nome di “amico”. Tutti elementi che hanno avvalorato l’ipotesi investigativa degli agenti.
Infine, la perquisizione dell’auto di Bocci ha permesso di recuperare 2 barattoli in vetro con coperchio, una paletta da giardiniere, 1 forbice ed un taglierino, verosimilmente utilizzati dal 36enne per nascondere la droga in una zona boschiva. Bocci ha deciso di collaborare: subito dopo ha accompagnato gli agenti in via Col di Lana, dove – nascosto in un cespuglio – c’era un pacchetto di sigarette con all’interno altre 8 confezioni in cellophane termosaldato in tutto e per tutto simili a quelle sequestrate prima. Al loro interno altra eroina, per un peso lordo di 4.82 grammi.
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