Sara Cipriani
“L’Umbria ha bisogno di Spoleto e Spoleto dell’Umbria, spiragli importanti si intravedono all’orizzonte ma solo rimanendo uniti nel quotidiano lavoro al servizio delle famiglie e delle imprese potremo uscire da questa crisi economica”. La presidente della Regione dell’Umbria Catiuscia Marini, intervenuta nei giorni scorsi alla festa del Pd di Spoleto, ha affrontato le tante emergenze che attanagliano la città del festival durante un incontro in cui non ha risparmiato nulla e nessuno, offrendo a volte anche i numeri dell’operato svolto dalla Giunta regionale nei primi tre anni del suo mandato. Ad intervistarla Massimo Sbardella, responsabile della pagina economica del Giornale dell’Umbria, Cesare Bertoldi, redattore di Spoleto per il CorUmbria, e Carlo Ceraso, direttore di Tuttoggi. Ad aprire i lavori è stato il segretario cittadino Andrea Bartocci.
“Spoleto ha forze e capacità per reagire alla crisi, per tornare ad offrire nuove opportunità di lavoro, tanto nei confronti dei giovani che dei tanti under 40 o 50 che lo hanno perso o lo stanno perdendo”. Così la governatrice ha esordito parlando delle principali vertenze aperte sul comprensorio, dalla Ims del gruppo Casti alla Novelli alla Panetto & Petrelli, “realtà che meritano di rimanere a far parte del sistema produttivo della città”. Sul fronte dei dati regionali la Marini ricorda che in questo momento sono aperti “10 tavoli nazionali con il governo, 200 quelli gestiti direttamente dalla regione per le grandi e medie aziende in crisi”.
Anche la sanità è stata al centro del dibattito. “In questi tre anni non abbiamo smantellato nessun servizio, anzi abbiamo investito oltre 10 milioni di euro su questo territorio ma il processo di razionalizzazione deve proseguire, è indispensabile”. Non ci sono pericoli neanche per il servizio di chirurgia e i ritardi legati al bando per il primario sono stati legati ai nuovi parametri dettati dal Governo ma il bando “sarà presto concluso”. “La riorganizzazione delle strutture andava fatta, così delle 2 aziende per l’edilizia residenziale ne abbiamo fatta 1 e smantellato le strutture, di 4 Asl ora ne abbiamo 2…interventi che sui bilanci si fanno sentire e che hanno permesso di non aggravare i costi dei cittadini”.
Pungolata sul tema delle riforme endoregionali e sulla possibilità di delocalizzare gli uffici per evitare l’accentramento su Perugia la Marini ha replicato che “non vi è possibilità alcuna, i costi sarebbero insostenibili, neanche l’Unione Europea decentra più i propri uffici”.
Tornando all’economia nazionale, ha rivolto al Governo Letta l’invito a liberare risorse “senza le quali difficilmente ripartiranno settori vitali per la nostra economia. Pensiamo davvero che possa ripartire quello delle costruzioni se non riparte la stagione degli investimenti pubblici sulle infrastrutture?” domanda provocatoriamente la presidente. Per questo la Marini, che è membro anche della segreteria nazionale del piddì, sprona il partito il quale “dopo essere andato a rimorchio sull’Imu, deve intestarsi la battaglia per lo sconto fiscale al lavoro e alle imprese senza il quale non si creeranno le condizioni minime per far ripartire l’economa”.
BPop Spoleto – inevitabile una battuta sulle vicende della Banca popolare Spoleto, i cui ex vertici sono stati sempre tenuti “a distanza” dal n. 1 di palazzo Donini. “Bps ha svolto nel sistema del credito regionale una funzione importante” ha risposto la Marini alla domanda di Carlo Ceraso “e oggi non è che ne abbiamo meno bisogno, anzi il fatto di avere un soggetto bancario intermedio fra grandi gruppi come Unicredit e Banca Intesa e le piccole bcc, è importante. Però abbiamo bisogno di quella funzione che Bps, partecipata anche da un soggetto bancario nazionale (Mps, ndr), ha esercitato nel tempo passato, non certo di quella gestita dall’ultima governance. La sofferenza di Bps l’abbiamo colta nella sofferenza delle imprese. La banca è fatta del risparmio e del denaro che ci mettono i risparmiatori e gli azionisti della banca”. E ancora: “non commento le vicende giudiziarie, ma è un fatto pubblico che un intervento così rilevante della magistratura deve essere tenuto in considerazione. Voglio però parlare delle argomentazioni e delle motivazioni che hanno la Banca d’Italia a commissariare Bps; ho trovato fuori dalle righe alcuni interventi quasi che quell’intervento fosse ai danni della Bps e della stessa città di Spoleto?”. La voce della governatrice si accalora nel difendere l’operato delle istituzioni: “quell’intervento è a garanzia della città di Spoleto, dei soci e di una possibile prospettiva di mantenere un radicamento sul territorio se si concluderà un lavoro positivo di riorganizzazione. Ma quando si utilizzavano risorse per operazioni che nulla avevano a che fare con il risparmio e con lo sviluppo, dove erano quelli deputati alla funzione di gestione e controllo?”. Dei possibili acquirenti non intende parlare: “non spetta alla Regione strutturare cordate o favorire percorsi perché alcuni soggetti decidano o meno di acquisire azioni – dice – però possiamo dire alcune cose di indirizzo politico, perché qui in ballo non c’è certo la responsabilità della città di Spoleto. Dunque, ci sono forze economiche ed imprenditoriali sane, attente al territorio, se vorranno mettersi a disposizione di un progetto sano ne beneficerà Spoleto e l’Umbria tutta”. Non fa mai nomi la Marini ma l’accusa è forte: “sono gravi le responsabilità verso chi ha ridotto la banca in questo modo facendone perdere il suo valore economico per scelte inspiegabili”. Poi, forte anche della pubblicazione delle intercettazioni che hanno dimostrato alcuni ‘giochi di potere’, la Marini svela di come Antonini & Co. provarono a fare pressione: “c’è stato un momento, proprio mentre la finanziaria regionale (Gepafin, n.d.r.) stava accompagnando 1600 imprese di questa regione che si trovavano in crisi, in cui hanno provato a metterci in difficoltà, sfidando la presidente e la giunta come se fosse una questione personale e politica! Gepafin non è al servizio della presidente ma di quelle 1.600 imprese in crisi. Visto che quei vertici provavano spesso a dare lezioni alla politica, ecco mi auguro che la banca torni a fare la banca e non politica”.
La frecciata alle Casse – la Marini però ha voluto mandare una frecciatina anche alla superbanca Casse dell’Umbria (Gruppo Intesa) la quale, stando ad alcuni dati in possesso della presidente, non starebbe investendo nel credito come auspicato alla vigilia della fusione delle Casse di Terni, Spoleto, Foligno e Castello e l’ingresso nel board dei presidenti delle rispettive Fondazioni. L’invito della presidente è ad accelerare gli impegni presi sul fronte del credito in favore delle aziende umbre.
Sindaco, ok assemblea Soci Scs – all’incontro, partecipato da poco meno di 200 persone fra cui alcuni soci della holding Scs che controlla la Spoleto, era presente anche Angelo Mariani che pochi giorni fa aveva rivolto l’invito al sindaco Daniele Benedetti di farsi promotore di un tavolo per affrontare gli interessi dei 20mila soci della cooperativa di cui nessuno sembra interessarsi. Il primo cittadino, è notizia di oggi, ha dato il proprio benestare ad affrontare il problema convocando per domani Mariani a palazzo comunale per fare il punto della situazione.
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“Bps? Gravi responsabilità / Casse Umbria siano al servizio delle imprese”, così Presidente Marini alla festa Pd / Vd, ascolta
Lun, 09/09/2013 - 11:30