Città di Castello

“Box non idonei”, canile di Lerchi costretto a chiudere dopo ispezione Nas | RETTIFICA

Ai sensi e per gli effetti della Legge sulla stampa pubblichiamo la seguente richiesta di rettifica da parte di Enpa sull’articolo di ieri (30 novembre) relativo alla nuova vicenda riguardante il canile di Lerchi:

Non c’è nessuna ordinanza di chiusura del rifugio di Mezzavia di Lerchi. Basta leggere con attenzione l’ordinanza del sindaco di Città di Castello per rendersene conto evitando di diffondere notizie false. Per la risoluzione dei problemi evidenziati dai NAS dei Carabinieri di Perugia nel verbale citato nell’Ordinanza sindacale, Enpa per i lavori di propria competenza si è prontamente attivata, a completamento di una attività di risanamento che Enpa ha avviato mesi fa e che in gran parte ha già completato. I lavori di adeguamento dei recinti e dei pannelli sono invece di competenza del Comune; l’Amministrazione sta procedendo”.

Quanto alla limitazione dei nuovi ingressi nel rifugio, condividiamo questa misura per mantenere alto il benessere degli animali presenti e per evitare sovraffollamenti. Anzi, va evidenziato che negli ultimi mesi (quindi ben prima dell’ordinanza) non sono entrati nuovi cani nella struttura, ne sono stati dati in adozione ben 12, altri 6 sono in attesa di uscire, in adozione. Andrebbe posta molta attenzione su politiche di sterilizzazione degli animali non nella struttura di Mezzavia di Lerchi, dove le sterilizzazioni vengono fatte a cura della Asl come prevede la norma, ma fuori, in città, nelle famiglie e nelle zone rurali. Altrimenti nel rifugio non entrano più – giustamente – nuovi randagi ma nelle strade e nelle campagne i cani vaganti continueranno a moltiplicarsi in maniera esponenziale. Su questa primaria esigenza non riscontriamo purtroppo lo stesso accanimento e la stessa attenzione che alcuni rappresentanti delle istituzioni locali (non tutti, per la verità) hanno riservato e continuano a riservare a Enpa”.

Di seguito, per completezza di informazione riportiamo un estratto dell’articolo scritto dalla nostra testata, che ha citato testualmente alcune righe dell’ordinanza sindacale ai sensi dell’articolo 32, comma 3 della legge 23 dicembre 78, n. 833 in materia di igiene e sanità pubblica – “CHIUSURA DEL CANILE RIFUGIO SITO IN FRAZIONE LERCHI LOCALITA’ MEZZAVIA – DIVIETO DI IMMISSIONE DI ULTRIORI CANI ALL’INTERNO DELLA STRUTTURA”: “…il sindaco si è visto costretto a sospendere l’attività del canile rifugio “fino al ripristino delle condizioni di benessere e sicurezza degli animali, con divieto di immettere all’interno delle strutture suddette ulteriori cani‘”.

[Pubblicata il 1 dicembre 2021 – ore 18:00]


Nuove grane per il canile comprensoriale di Lerchi (Città di Castello). Dopo una recente ispezione dei carabinieri del Nas, la struttura è stata ancora una volta costretta a chiudere.

Dal verbale dei militari, infatti, è emerso che “numerosi box non sono idonei dal punto di vista del benessere degli animali, poiché i pannelli di suddivisione dei recinti sono danneggiati e arrugginiti con lamiere sporgenti, che possono causare un reale pericolo di lesione agli stessi. In alcuni recinti le lamiere sporgenti sono state coperte con bancali di legno e mattoni forati, comunque pericolosi per gli animali”.

A seguito di queste problematiche, dunque, i carabinieri hanno trasmesso il verbale al sindaco tifernate Luca Secondi che, con apposita ordinanza, si è visto costretto a sospendere l’attività del canile rifugiofino al ripristino delle condizioni di benessere e sicurezza degli animali, con divieto di immettere all’interno delle strutture suddette ulteriori cani”.

Il canile – che attualmente ospita 208 cani – è gestito da Enpa. La struttura – dopo un’altra chiusura fine agosto causa lavori di ristrutturazione – aveva riaperto appena un mese e mezzo fa, con spazi rinnovati e un’oasi felina finalmente operativa.

Sulla vicenda è intervenuto anche Andrea Lignani Marchesani (Castello Civica) annunciando un’interrogazione: Lo stato di pericolosità e deficienza gestionale dei box evidenzia l’inadeguatezza dell’attuale gestore e suscita inquietanti interrogativi nei confronti di un’associazione che, a parole, dovrebbe essere la prima paladina del benessere degli animali”. Il consigliere di opposizione, infatti, vuole soprattutto sapere “se sia necessario esperire tutte le possibilità di natura giuridica per escludere Enpa dalla futura gestione del canile medesimo”.