Non si fermano le indagini della Procura di Perugia e dei carabinieri dopo il ritrovamento della bomba rudimentale avvenuto ieri di fronte alla filiale di Banca Etruria, a Ponte San Giovanni. Da parte degli investigatori c’è il massimo riserbo sulle indagini: al momento sembrerebbe non essere esclusa nessuna pista, nè ci sarebbe un’ipotesi privilegiata su chi e perchè abbia lasciato la bomba artigianale in un pacchetto di fronte alla filiale dell’istituto di credito, al centro . Sono inoltre attesi gli accertamenti tecnici che saranno utili a stabilire il potenziale reale dell’ordigno, e sapranno dire se la bomba sarebbe stata in grado di esplodere da sola e quanti danni avrebbe potuto causare realmente. In base ai primi rilievi, comunque, nonostante il basso potenziale, sembra comunque che labomba sarebbe stata in grado di scoppiare.
La bomba – Gli artificeri hanno già fatto brillare il pacco ieri: al suo interno c’erano delle lattine, contenenti dei chiodi arruginiti e della polvere fertilizzante, e collegate ad una batteria tramite alcuni fili. Nello specifico la polvere sarebbe spesso usata proprio per la fabbricazione di ordigni artigianali. Da alcune primissime informazioni, sembra inoltre che non ci siano state rivendicazioni dell’episodio, avvenuto di fronte alla filiale di uno degli istituti di credito destinatari del “salva banche” da parte del governo Renzi. I risparmiatori, in base ad alcune indiscrezioni apparse anche sulla stampa nazionale nella giornata di ieri, dovranno attendere febbraio per l’emanazione dei crtieri e dei parametri sulle modalità e sulle condizioni di accesso al fondo da 100 milioni previsto dalla legge di Stabilità in favore dei risparmiatori, che avevano bond subordinati dell’Etruria e di Banca Marche, Cariferrara e Carichieti, e che hanno perso moltissimi soldi. E non è escluso che alcuni risparmiatori che hanno perso il loro denaro avessero conti aperti proprio nella filiale di Ponte San Giovanni.
“La bomba rudimentale con chiodi e cavi elettrici, abbandonata davanti alla filiale di Banca Etruria Ponte San Giovanni Perugia, fatta esplodere ieri dagli artificieri, pronta a scoppiare e che avrebbe potuto ferire passanti e dipendenti, è la classica goccia che fa traboccare il vaso“. E’ quanto afferma il segretario generale della Uilca Massimo Masi secondo cui “è l’ultimo dei tanti episodi che da agosto ad oggi tormentano il settore bancario: minacce e percosse ai dipendenti e ai loro familiari anche durante la vita privata, danneggiamento di auto o oggetti personali, tentativi di effrazioni nelle filiali, ecc?”
“Adesso basta con i ritardi del Governo per la definizione del tipo di risarcimento da elargire ai correntisti. Prima di Natale – ricorda Masi – avevamo chiesto un incontro al Presidente del Consiglio, ma non avendo ricevuto nessun cenno di risposta, credo che abbia altre priorità. Se Renzi ci avesse convocati o quanto meno ascoltati, questa situazione si sarebbe potuta evitare. I risarcimenti devono avvenire celermente e togliendo quella cappa di opacità che il Governo non riesce a togliere. La fiducia nelle banche puo’ riprendere solo se tutto il sistema si attiva a favore dei risparmiatori”.
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Ultimo aggiornamento ore 16.48