Le associazioni venatorie denunciano i problemi legati alla chiusura del conto corrente della Regione e preparano un'altra mobilitazione
Non solo il disagio di essersi visti respinti alle Poste i bollettini per la tassa regionale per il rinnovo della licenza di caccia, il venerdì prima di Ferragosto. Lo stop ai pagamenti tradizionali, deciso dagli uffici della Regione Umbria, crea diversi problemi per i cacciatori. Comprese le mancanza esenzioni per i giovani e per gli under 70.
Bollettini respinti,
caos rinnovi licenze di caccia
Una vicenda che, dopo le tensioni sulle mancate deroghe e sui tempi di pubblicazione del Calendario venatorio, allontana ancora di più i cacciatori umbri dalla Regione. E le associazioni venatorie, che pure sono riuscite a far mettere una toppa ripristinando l’addestramento cani al 15 agosto, ora preparano la mobilitazione.
I responsabili regionali di FIDC, ANLC, ENAL, ANUU, CPA e Italcacaccia spiegano questa ennesima beffa: “Non c’è pace per i cacciatori umbri. Scrivevamo recentemente delle mille traversie alle quali
sono sottoposti, recentemente alleggerite solo da un ravvedimento in extremis per la data di
inizio dell’addestramento. È bastato meno di un giorno dall’ufficializzazione di questa modifica di calendario, apprezzata e della quale le associazioni venatorie non possono che ringraziare assessore e
giunta regionali, che tac si sono trovati nuovamente nei guai”.
Il sistema PagoPA
A metà mattina del venerdì 12 in cui il BUR usciva con l’addestramento al 15 agosto, il conto
corrente postale per versare le tasse regionali – appunto – risultava improvvisamente chiuso.
“Questa volta non una scelta della politica – chiariscono le associazioni venatorie – non una incertezza procedurale, ma una vecchia questione amministrativa che riemerge dal limbo nel quale era finita.
La presunta obbligatorietà di pagare la tassa regionale con PagoPa. La tecnologia che avanza, quella che invece di semplificarti la vita – accusano – la rende più complessa e costosa. Sì, perché il Pago Pa non costa meno, ma di più. E a differenza di altri sistemi di pagamento se ti accorgi un minuto dopo di aver sbagliato non puoi annullare il pagamento e devi affrontare una lunga procedura amministrativa per recuperare i soldi”.
Niente sistema semplificato
“Un sistema di pagamento – proseguono le associazioni venatorie – che va bene se l’ente esattore emette il bollettino verso il cittadino. Ma che diventa una vera tortura se, come nel caso di Regione Umbria, non c’è neanche il sistema di generazione semplificato sul sito regionale”.
Mancate esenzioni e rinnovi difficili
Ma i problemi non finiscono. Il Pago Pa, infatti, non ammette le riduzioni per gli under 20 e gli
over 70 pare. E va ad applicare la tassa nel periodo annuale precedente, se il cacciatore sta facendo il rinnovo quinquennale di tutto il porto d’armi, rendendo complicato il rinnovo stesso.
Tasse regionali e statali
“Curioso – rilevano le associazioni venatorie – che dirigenti sempre molto preparati ed inclini a ripararsi dalle minacce di associazioni animaliste ed anticaccia per possibili danni erariali, commessi autorizzando
indebitamente abbattimenti di selvatici in situazione di criticità, non si pongano lo stesso problema creando problemi seri ai cacciatori che devono pagare le tasse. Ricordiamo – proseguono – che di queste tasse ai cacciatori non torna quasi niente in servizi o beni, la selvaggina è bene dello Stato quindi si paga con la tassa governativa, mentre gli 84 euro regionali vanno in piccola parte a coprire danni agli agricoltori e in larga parte per altre spese regionali. Tra cui l’Osservatorio faunistico, che pur sembrando dei cacciatori e della caccia, con loro non interagisce quasi mai. E ben il 30% va sulla fiscalità generale della Regione”.
Lo stop di agosto
“Allora – accusano ancora – diciamolo chiaro: lo Stato ha si imposto per legge che venga attivato il canale PagoPa, ma non ha preteso che fosse l’unico sistema di pagamento. Ma soprattutto, con tutto l’anno a
disposizione, non era lì caso di bloccare il conto corrente postale ora, senza preavviso e con le
associazioni venatorie impegnate a rinnovare le licenze, consegnare gratuitamente i
tesserini e fare compilare una autocertificazione ai propri tesserati per la consegna
dei tesserini. Insomma un vero disastro amministrativo, che penalizza ulteriormente la caccia
e che rende sempre più complesso il suo esercizio”.
Domande ai dirigenti
Le associazioni venatorie, in maniera propositiva, chiedono: “Ma dirigenti che sovrintendono alla
caccia, possono sistematicamente rendere più difficile il praticarla? Escludendo per un attimo
i dichiaratamente anticaccia e animalisti dalla discussione, per ovvie ragioni, il resto dei
cittadini hanno realmente un beneficio nel diminuire progressivo dei cacciatori e del prelievo
dei selvatici?”.
Questa volta lo stop sembra sia dovuto alla Tesoreria regionale. Ma il fatto che questa non abbia comunicato con gli uffici della caccia, appare sospetto, Soprattutto se collegato a quanto avvenuto col pasticcio dei tempi di pubblicazione del Calendario venatorio.
“Noi quasi tutte associazioni venatorie umbre – concludono FIDC, ANLC, ENAL, ANUU, CPA e Italcacaccia – a proposito abbiamo le idee molto chiare. Ma probabilmente diventerà molto chiaro a tutti e presto”.