Le priorità sono il contributo umbro al voto delle europee, dal forte connotato politico in chiave nazionale, e le amministrative del prossimo maggio (si vota in un terzo dei Comuni umbri), con la voglia di rivincita su Perugia. Ma il capolinea del nuovo corso del Pd dell’Umbria è fissato all’indomani del voto per le regionali del 2020, comunque molto prima dei quattro anni della scadenza naturale. Nella sua prima conferenza stampa da segretario del Pd dell’Umbria, Gianpiero Bocci conferma quanto indicato all’inizio della sfida (“ma non è stata una gara, piuttosto la consapevolezza di voler dare un contributo al partito“) con Walter Verini. A cui Bocci concede non solo l’onore delle armi, ma ne riconosce anche la correttezza, nel giusto spirito di un partito che vuole superare, se non le diversità di vedute, almeno le lacerazioni che hanno favorito la vittoria del centrodestra in tante realtà. E nello spirito della gestione “collegiale“, a dispetto dei timori di epurazioni, non soltanto il neo segretario conferma di voler contare sull’apporto di più vice segretari, ma offre una di queste cariche a chi ha sostenuto Verini.
Primarie Pd, la festa è (quasi) per tutti
Del resto, l’affermazione di Bocci è netta nella percentuale (il 63% dei consensi), così come il risultato di Verini è buono nei numeri (ha raccolto 7mila voti): entrambi hanno ragione di stappare la bottiglia di spumante per un partito dato moribondo e invece in grado di mobilitare 20mila persone nella regione. E lo sottolinea Bocci, in apertura di conferenza stampa:“Chi ha vinto ha un valore relativo, il valore più importante è quello della partecipazione. È aver ritrovato, anche al di sopra delle aspettative, il popolo delle democratiche e dei democratici. Quasi 20mila umbri hanno scelto i gazebo, 1500 volontari li hanno tenuti aperti per più di 12 ore in una giornata natalizia e col clima inclemente in molte città dell’Umbria, quale altro partito riuscirebbe in questo?”.
Primarie Pd, vince Bocci
Ora tutti al lavoro, dunque, per un Pd coeso, inclusivo, rinnovato, che sappia mettere in campo una nuova generazione e con in testa un progetto che dia risposte a chi è in difficoltà. “Ora a me interessa ricostruire la coscienza democratica – ha detto Bocci – una coscienza che va oltre la militanza nel Pd, oltre l’interesse di un singolo partito, per battere l’odio, l’arroganza e le paure che quotidianamente chi è al governo semina nel Paese. Abbiamo una grande responsabilità, perché se le persone ci perdonano gli errori che abbiamo commesso – e per i quali con onestà e intelligenza dobbiamo chiedere scusa – e tornano a consegnarci un appello, preoccupati anche di quanto succede a livello nazionale, non ci è più consentito commettere errori”.
Lo spauracchio è la Lega. Quella Lega che però, sabato, ha portato anche un assessore comunale (di Deruta) ai gazebo del Pd. A chi glielo fa notare, Bocci risponde con una battuta: “Visto che molti voti del Pd sono andati alla Lega, bisogna che tornino a noi…“.
Lega Umbria sospende l’assessore leghista che ha votato alle primarie Pd
Tra i primi compiti del segretario, da oggi, ci sarà quello di definire segreteria e direzione e fissare l’appuntamento con la prima assemblea regionale, che non vuole essere un appuntamento burocratico, ma aperto e allargato all’Umbria del lavoro, dell’impresa, dello studio e della ricerca. “Mi vedrete poco” ha ribadito Bocci, che assicura che questa segreteria aiuterà a far emergere la nuova classe dirigente del partito. Non a parole, ma nei fatti. “Sarò un passo indietro – ha assicurato il segretario – e vorrei che un passo avanti ci fosse l’immagine di un partito bello, coeso, dove chi ha qualche anno in più ha il compito di accompagnare i più giovani. Da oggi le candidature non si scelgono per mozioni ma per quello che ognuno saprà dimostrare di saper dare, scegliendo in base alle competenze, al merito, allo studio, alla capacità di dimostrare di saper essere punto di riferimento nella vita, perchè vita e partito non sono due cose che si separano”.
Il Pd a guida “collegiale” non aspira più ad egemonizzare il fronte riformista, ma si impegnerà ad “aprirsi alla società civile“. Secondo l’operazione che si sta tentando a Perugia intorno alla candidatura di Giuliano Giubilei.