Una dottoressa all’epoca in servizio nella ex Unità operativa complessa di Ostetricia e ginecologia dell’ospedale di Narni è stata condannata a risarcire di 300mila euro l’Usl2 per un episodio risalente al 2009.
Secondo quanto contenuto nella sentenza della Corte dei Conti dell’Umbria, la n.93 del 17 novembre 2022, “La convenuta, in particolare, avrebbe tenuto una condotta gravemente imprudente, imperita e negligente nella gestione della partoriente e del feto (come emerge dalla consulenza medico-legale acquisita nel corso della procedura di pagamento chiusasi con una transazione), entrato in stato di grave sofferenza respiratoria, con conseguenziali lesioni cerebrali”.
Sempre nella sentenza della Corte dei Conti si legge: “Il rischio fetale ipossico durante il travaglio, poi verificatosi, avrebbe potuto essere scongiurato da un’attività prudente, diligente e perita che avesse correttamente interpretato il tracciato, che manifestava chiari segni cardiografici di allarme. Un’azione tempestiva avrebbe certamente evitato il pregiudizio in danno del bambino, nato in condizioni gravissime”.
L’Usl2 aveva risarcito la famiglia del bambino ed ora la dottoressa è stata condannata a risarcire l’azienda ospedaliera di appartenenza all’epoca dei fatti.