Un cabaret, esattamente quanto promesso dal titolo dello spettacolo di Stéphan Druet in scena allo Spoleto Festival 62 è quello che ti aspetta entrando alla varietà messo in scena al Chiostro di San Nicolò.
L’atmosfera fumosa, i tavolini da bistrot illuminati da piccole candele ti accoglie all’entrata infrangendo immediatamente l’aspettativa di essere andato a teatro ad assistere a una performance. Perché nella performance ci si finisce in mezzo diventando parte dello scena. Non ci sono palchi o barriere, la fisicità è subito irrompente. Un giovane alto e biondo, vestito solo in pantaloncini tenuti su da bretelle e con stivali neri, porta dei flute ghiacciati agli ospiti, dando perentorio degli ordini con un pronunciato accento straniero. Lo spettacolo è iniziato.
Siamo a Berlino, sotto la Repubblica di Weimar, nei primi anni dell’ascesa del nazismo. Kirsten, l’affascinante Marisa Berenson, gestisce uno dei grandi cabaret della capitale tedesca, che vive la guerra, la fame e la miseria in una decadenza della morale.
Lei conduce il suo Kabarett senza scrupoli. circondata dal figlio omosessuale, il suo autore ex-amante comunista, un pianista compositore ebreo e due improbabili musicisti in calze a rete e gilet di paillettes. Tutte potenziali vittime del nazismo ormai dirompente, nascoste dal fumo del “rifugio artistico” dove sono gli stessi SA tedeschi a trovare piacere.
La musica originale è di Stéphane Corbin, con cover di canzoni di quell’epoca, come il famoso “Lola” di Friedrich Hollaender, dal film L’angelo azzurro e un pezzo tratto dalla famosa “Opera da tre soldi” da Kurt Weill.
La compagnia è eccellente. Marisa Berenson si staglia in tutto il suo fascino tra i tavolini del “caffè” con un voce suadente ed emozionante. I tre musicisti, tra cui lo stesso Stéphane Corbin, non si accontentano di dare alle voci l’indispensabile supporto strumentale e di assicurare le transizioni, ma quando arriva il momento, lasciano le loro posizioni per diventare parte del recitato.
A loro si aggiungono Karl, il giornalista e scrittore contestatore del nazismo, interpretato da un ottimo Olivier Breitman e soprattutto Viktor, con il suo carattere decisamente spiccato. Bambino indesiderato della giovane Kirsten, presenta come un eccentrico travestito alla ricerca dell’amore della madre. Ad interpretarlo un eccellente e trasformista Sebastiàn Galeota, danzatore, acrobata, cantante e attore.
L’atmosfera creata dall’allestimento e l’ottima performance fanno dunque vivere allo spettatore una suggestiva esperienza di compenetrazione tra finzione e realtà. All’uscita dalla “serata” però c’è il brusco ritorno alla realtà, con la mobilità alternativa chiusa anticipatamente rispetto alle comunicazioni fatte dal Comune e dal gestore con tutti gli avventori restati letteralmente a piedi. Fine della magia!