Gli atti dell'ordinanza del sindaco Romizi non revocata inviati alla Procura e alla Corte dei conti: non era un'emergenza improvvisa
Battuta di caccia al cinghiale a San Girolamo, scatta l’esposto. Maria Patrizia Latini, delegato regionale Lac Umbria, annuncia di aver inviato comunicazione alla Procura della Repubblica ed alla Corte dei conti in merito all’ordinanza contingibile e urgente con il quale il sindaco Romizi aveva autorizzato domenica scorsa la battuta di contenimento. Che si è poi risolta con un nulla di fatto, dato che i cacciatori autorizzati non hanno trovato i cinghiali, che si erano rintanati, pare, tra i cespugli della zona a ridosso del centro di Perugia.
Lac lamenta un presumibile sperpero di denaro pubblico, dato che per consentire la battuta in sicurezza sono stati impiegati decine di dipendenti delle forze dell’ordine, con riconoscimento del festivo.
“Cinghiali, non un’emergenza improvvisa”
“Sappiamo bene che il sindaco, quale ufficiale di Governo – premette Latini – può adottare provvedimenti contingibili ed urgenti, purché per affrontare situazioni eccezionali ed impreviste, per le quali sia impossibile utilizzare i normali mezzi apprestati dall’ordinamento giuridico e previa accertamento della situazione di effettivo pericolo di danno grave ed imminente per l’incolumità pubblica, non fronteggiabile con gli ordinari strumenti, che deve emergere da approfondita istruttoria. Con riferimento alla sicurezza urbana e all’incolumità pubblica, a noi appaiono assenti, in questo caso – aggiunge – i requisiti della contingibilità (per fatto imprevedibile, eccezionale o straordinario) e dell’urgenza (presenza di un pericolo imminente che deve essere fronteggiato immediatamente), come peraltro implicitamente ammesso dall’ordinanza stessa, che risulta ufficialmente emanata per ‘contenimento della specie cinghiale’. Come dimostrano decine di articoli di giornale, fin dal 2013 è nota la presenza di cinghiali in zone urbane della città di Perugia e dintorni, probabilmente di passaggio nel Parco di Santa Margherita, classificato nel Prg del Comune di Perugia come ‘corridoio di rinaturazione’, dove gli animali selvatici possono spostarsi tra i vari territori nonostante le tante barriere urbanistiche”.
Insomma, la presenza di animali selvatici in quel punto non rappresenterebbe una nuove emergenza imprevedibile.
Per quanto riguarda poi i rischi per la viabilità, per Lac Umbria si possono apporre reti a tutela di edifici e aree urbane, segnalazioni acustiche e visive nei punti prevedibili di attraversamento strade. Anzi, spari o braccate, secondo la Lac, possono aumentare i rischi di attraversamenti improvvisi da parte di animali in fuga.
“Il grande pericolo è la caccia”
“Il grande pericolo – prosegue la Lac – sta infatti nelle armi: la stagione venatoria 2019-2020 terminò con 27 morti e 68 feriti, di cui 7 morti e 15 feriti cittadini non cacciatori, colpiti dai proiettili delle doppiette e, nonostante il lockdown, l’ultima stagione venatoria si è chiusa il 31 gennaio 2021 con 14 morti e 48 feriti, di cui 4 morti e 5 feriti non cacciatori. La caccia è infinitamente più pericolosa dei cinghiali, i quali si riducono sterilizzando i maschi e vietandone l’allevamento (nella sola Umbria risultano autorizzati decine di allevamenti di cinghiali). E’ l’uso delle armi nella caccia che i sindaci devono vietare o almeno ridurre al minimo possibile se vogliono tutelare l’incolumità dei cittadini”.