La Colacem resta, per ora, nelle mani eugubine dei Colaiacovo. Così equamente divisa tra i due rami della famiglia da rischiare lo stallo, al punto che il bilancio dell’ultimo esercizio non è stato ancora approvato.
Respinta l’offerta da un miliardo e 650 milioni di euro presentata dal fondo statunitense Oep-One Equity Partners per acquistare la holding Financo, che controlla appunto il cemento eugubino. Sul quale da tempo ha messo gli occhi Gianluca Vacchi, l’istrionico imprenditore-social che insieme a Brunello Cucinelli era giunto in soccorso dell’amico Giuseppe Colaiacovo con la Eques, per la cui valorizzazione lo scorso aprile era stata costituita la Cfp Holding, di cui è azionista di maggioranza (88,3%) lo stesso Vacchi con Cofiva Holding, insieme ai soci di minoranza Luca Poggi (Fariniundici) ed Emanuele Gnugnoli (Pibe).
In quest’ultima cordata non interviene direttamente la Foro delle Arti di Brunello Cucinelli, che ha preferito investire i fondi ricavati dall’uscita della Ima (insieme a Vacchi) nel settore della medicina rigenerativa, con l’ingresso, insieme alla Xgen di Federica Draghi, in Tes Pharma, a sostegno della ricerca del prof. Pellicciari. Ma il filo tra Cucinelli e Vacchi (che portò il re del cashmere a quotare la sua casa di moda in Borsa) non si è mai interrotto.
Proprio l’operazione da 126 milioni di euro della cordata Vacchi-Cucinelli per salvare la FC Gold, con le successive mosse dell’imprenditore bolognese, avrebbe portato all’offerta del fondo a stelle e strisce. Che il ramo della famiglia Colaiacovo capitanato da Carlo, insieme al nipote Ubaldo, ha respinto, nonostante l’insistenza di Giuseppe, che, secondo quanto ricostruito dal giornalista eugubino del Sole 24 ore Simone Filippetti (sembra molto informato sulla saga dell’impero economico dei Colaiacovo) ritiene l’offerta ampiamente remunerativa per i soci di Financo. Ai quali – ed è questo uno dei nodi cruciali – in base all’offerta di acquisto viene data la possibilità poi di reinvestire nel cemento. In pratica, con l’aiuto di Colaiacovo e Vacchi, Giuseppe Colaiacovo avrebbe avuto poi la possibilità di mettere le mani sulla Colacem.
Prospettiva che al momento è stata annullata. Anche se fonti finanziarie assicurano che si è trattato solo del primo tempo di una partita che è tutt’altro che chiusa. Perché proprio la situazione di stallo potrebbe poi costringere a cedere la mano, a meno che dall’altra parte non si trovino “amici” con le spalle finanziarie altrettanti forti, pronti a rintuzzare l’attacco statunitense pianificato sull’asse Bologna-Solomeo.
Un partita che si gioca a suon di milioni. Ma anche di carte bollate. Il ramo di Carlo Colaiacovo contesta infatti la presunta violazione della prelazione nell’operazione Eques con la quale Cucinelli e Vacchi hanno salvato la FC Gold di Giuseppe Colaiacovo, proprio quando sembrava ormai sul punto di dover mollare le sue quote. Quest’ultimo è invece pronto a far valere la situazione di stallo del Cda di Financo affinché si costringa alla vendita.