Bandiere del Gusto, a Expo l'Umbria arriva a 70 prodotti - Tuttoggi.info

Bandiere del Gusto, a Expo l’Umbria arriva a 70 prodotti

Redazione

Bandiere del Gusto, a Expo l’Umbria arriva a 70 prodotti

L'iniziativa di Coldiretti misura il primato enogastronomico delle regioni italiane in base ai prodotti
Dom, 09/08/2015 - 16:49

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Sono 4886 le “Bandiere del gusto” assegnate all’Italia nel 2015 sulla base dei primati enogastronomici presenti sul territorio nazionale: 73 prodotti in più rispetto allo scorso anno, che vanno a incrementare il patrimonio di specialità tradizionali con una storia di almeno 25 anni. Una vasta selezione dei più rappresentativi fra questi alimenti d’eccellenza è in mostra dall’8 agosto nello Spazio Coldiretti “No farmers no party” a Expo Milano 2015.
Sul podio delle “Bandiere del gusto”, assegnate a livello regionale, salgono la Toscana (461), seguita a poca distanza dalla Campania (457) e dal Lazio (393). A seguire si posizionano, l’Emilia-Romagna che con 378 prodotti ha scavalcato il Veneto (375), davanti al Piemonte con 336 specialità e alla Liguria che può contare su 294 prodotti. A ruota tutte le altre Regioni: la Calabria con 269 prodotti tipici censiti, la Puglia che con 249 prodotti ha superato la Lombardia (247) e la Sicilia (242), la Sardegna con 183, il Molise con 159, il Friuli Venezia Giulia con 154, le Marche con 151, l’Abruzzo con 147, la provincia autonoma di Trento con 105, la Basilicata che con 95 prodotti ha superato l’Alto Adige (90), l’Umbria con 70 e la Val d’Aosta con 32.
A prevalere tra le specialità regionali sono i 1490 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1366 verdure fresche e lavorate, 782 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 488 formaggi, 221 piatti composti o prodotti della gastronomia, 143 bevande tra analcoliche, liquori e distillati, 155 prodotti di origine animale e 153 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei.
Tanti i prodotti singolari che hanno arricchito l’elenco stilato da Coldiretti nel 2015: la soperzata di Rivello in Basilicata, un salume che si distingue per qualità e metodi di produzione dai tanti insaccati analoghi diffusi in tutto il Meridione d’Italia e che viene prodotto da oltre tre secoli; la cuccija, della Campania, una zuppa di grano, ceci, mais, lenticchie ed altro che era tradizione consumare il 1 maggio perché, secondo una leggenda popolare teneva lontane le mosche; l’imbalsadura, dell’Emilia Romagna, una minestrina tradizionale con piselli, pancetta e pomodoro; il carciofo di Mola, proveniente dalla Puglia, la cui coltivazione ha ripreso recentemente vigore; il cannolo tradizionale di Piana degli Albanesi e Santa Cristina Gela, della Sicilia, che si distingue dagli altri per essere fatto con scorza ottenuta da farina di grani antichi (maiorca), fresca ricotta di pecora, scaglie di cioccolato fondente 70% (grattugiato al momento) e miele di zagara al posto dello zucchero raffinato; il formaggio al latte crudo di Posina, del Veneto, tipico prodotto lattiero caseario degli alpeggi del Vicentino, dove le mucche mangiano solo erbe e fieno d’alto prato.
Tra gli altri prodotti visibili all’Esposizione Universale, che rappresentano una ricchezza per le regioni, ci sono poi: il salame d’la doja del Piemonte che prende il nome dal contenitore di terracotta nel quale viene lasciato amaturale; il tetoun della Val d’Aosta, ottenuto dalla salmistrazione delle mammelle di bovine autoctone; la stroscia della Liguria, una torta particolare e friabilissima dove l’olio d’oliva, al posto del burro, assicura una maggiore leggerezza e digeribilità; il prezioso fagiolo zolfino toscano la cui particolarità è la quasi totale assenza di buccia che ne consente l’immediata cottura; il vino di visciole delle Marche, bevanda alcolica che si produce facendo macerare una particolare varietà di ciliegie selvatiche nel vino, con l’aggiunta di zucchero; la fagiolina del lago Trasimeno, conosciuta sin dal tempo degli Etruschi e salvata in tempi recenti dall’abbandono;la lenticchia di Onano, prodotto laziale particolarmente apprezzato da numerosi Papi per la sua cremosità; la marmellata di bergamotto, l’”oro di Calabria”, ricetta tradizionale della zona ionica costiera del Reggino; il filuferro della Sardegna il cui nome ricorda la curiosa pratica adottata nella seconda metà dell’Ottocento dai distillatori isolani per evitare la confisca della grappa che veniva interrata in bottiglie localizzabili da un filo di ferro che spuntava dal terreno in superficie.

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